Zingaretti trionfa nel Pd. Prima tappa a Torino per il sì alla Tav

Ancora attesa per i dati ufficiali. Da Martina a Calenda tutti evocano unità

MAR 4, 2019 -

Roma, 4 mar. (askanews) – Lo spoglio delle primarie del Pd va a rilento ma Nicola Zingaretti è stato già acclamato segretario del Pd da più di dodici ore. Una vittoria larghissima secondo i dati che arrivano dal suo comitato. Una vittoria riconosciuta dagli sfidanti Maurizio Martina e Roberto Giachetti poco dopo la chiusura dei seggi, ieri sera alle 20. E, sebbene il neo segretario fa sapere che non metterà piede nella sede del Nazareno prima che l’assemblea del partito il prossimo 17 marzo ratifichi il risultato delle primarie, è particolarmente significativa la sua scelta di andare a Torino come prima mossa alla guida del principale partito dell’opposizione. Nel capoluogo piemontese incontra il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, sostenitore del sì alla Tav, l’opera che invece divide il governo gialloverde.

I dati ufficiali delle primarie ancora non sono disponibili: la grande e inaspettata partecipazione, circa 1 milione e 700 mila persone, fanno andare a rilento le operazioni che sono riprese stamattina dopo che stanotte si erano fermate al 10% dei seggi scrutinati. Gli unici dati arrivano dal comitato Zingaretti e dicono che il governatore del Lazio avrebbe ottenuto il 67,65%. I voti scrutinati, al momento, sono 1.176.467 dei quali 795.833 per Zingaretti. Maurizio Martina si fermerebbe al 20,27% (238.479 voti) e Roberto Giachetti al 12,08% (142.155 voti). Mancano tuttavia molti dati di Campania, Basilicata, Lazio, Sardegna, Piemonte, Calabria, Sicilia. A Roma sono 106.625 i votanti alle primarie del Pd: Nicola Zingaretti ha ottenuto 83.067 (77,9%), Maurizio Martina 9.941 (9,3%), Roberto Giachetti 13.617 (12,8%). Concluso invece lo spoglio in Emilia Romagna dove trionfa Zingaretti. Secondo i dati diffusi dal Pd regionale al termine dello scrutinio dei 736 seggi, i votanti sono stati 185.464, 183.790 i voti validi e 1.674 le schede bianche o nulle. Zingaretti ha ottenuto 130.005 voti (70,73%), Maurizio Martina: 31.554 voti (17,17%), Roberto Giachetti 22.231 voti (12,10%).

“E’ una vittoria dell’Italia che resiste e che vuole un altro tipo di futuro. C’era tanto scetticismo. Si parlava addirittura di una affluenza sotto al milione e invece è successo quello che io avevo percepito: una grande voglia di partecipazione di combattere, che ha veramente sorpreso tutti. Non me, perché da 8 mesi sono in macchina, in treno, in aereo, a girare per le strade e per le piazze d’Italia. Mi auguro che sia un Pd unito ed io farò di tutto perché sia così. Credo che dobbiamo tenere insieme due parole: unità e cambiamento per costruire un cambio di passo. Bisogna avere fiducia: Non dobbiamo far trovare un partito chiuso e rissoso a chi sta tornando. Quando ho detto ‘fase costituente’ è perché dobbiamo immaginare un luogo della partecipazione politica degno di questo secolo”, dice Zingaretti al Giornale Radio Rai.

Unità, almeno in queste prime ore, sembra essere la parola d’ordine. La evoca anche Martina ringraziando quanti lo hanno votato: “Queste energie sono a disposizione di un PD più forte e più unito che con la guida di Nicola Zingaretti saprà dare agli italiani un orizzonte diverso da chi ogni giorno semina odio e rancore”. Ne parla anche Carlo Calenda rispondendo su twitter a un follower che gli chiedeva la scissione: “E che iniziamo così? Ennesima scissione? Proviamo invece a costruire una grande lista unitaria europeista. Dai stiamo insieme e uniti intorno a idee forti. Senza fare fritti misti e tenendo a distanza chi vuole allearsi con Lega e 5S. Proviamoci. Uniti si vince”.