Abruzzo alle urne per nuovo governatore, primo test sovranisti

Salvini con centrodestra. M5s da solo. Centrosinistra si affida al "vecchio" Legnini

FEB 9, 2019 -

Roma, 9 feb. (askanews) – Arriva dalle elezioni regionali in Abruzzo il primo test elettorale significativo dall’insediamento del governo M5s-Lega. Nella regione dei terremoti i sondaggi lasciano finalmente la parola ai dati veri, e si potrà così misurare – seppur in un campione parziale – l’effetto elettorale di 8 mesi di alleanza tra i leghisti e Cinque Stelle. La corsa sarà a tre, tra la candidata del M5s, il candidato del centrosinistra che prova a ricostruire una unità, e il candidato del centrodestra che si presenta unito ma che mostra sempre più crepe nel rapporto tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.

Dopo le dimissioni del governatore uscente, il Dem Luciano D’Alfonso che ha scelto nel marzo di un anno fa il seggio di senatore, si vota nella sola giornata di domenica 10 febbraio, e i seggi elettorali resteranno aperti dalle 7 alle 23. Alle urne sono chiamati 1.211.204 elettori, di cui 591.635 di sesso maschile e 619.569 di sesso femminile, distribuiti sulle 1.633 sezioni istituite nei 305 comuni dell’Abruzzo. Sarà eletto presidente il candidato presidente che avrà ottenuto il maggior numero di voti, e non è possibile il voto disgiunto, ovvero il voto per un candidato presidente e una lista che non lo sostiene. In lizza ci sono la candidata dei Cinque Stelle, Sara Marcozzi, Marco Marsilio di Fdi sostenuto dal centrodestra unito, l’ex vicepresidente del Csm e sottosegretario Pd Giovanni Legnini con il sostegno di tutto il centrosinistra, e infine Stefano Flajani, candidato di CasaPound.

Ormai archeologia politica le Regionali del maggio 2014, per un raffronto è più utile guardare le politiche del 2018. In Abruzzo, a farla da padrone è stato il Movimento Cinque Stelle con quasi il 40%, il 39,86% alla Camera e praticamente la stessa percentuale al Senato (39,3%). Il centrodestra unito ha raccolto circa il 35%: Forza Italia ha evitato il sorpasso della Lega, sia alla Camera che al Senato (14,5 contro 13,9 % e 15,9% contro 14%), con FdI appena sotto il 5% e l’Udc intorno al 2%. Il centrosinistra è crollato al 17%, con il Pd fermo al 14%. Stavolta si può aggiungere LeU, che ha trovato l’accordo con Legnini: alle politiche di marzo scorso ha fatto circa il 2%.

La prima sfida riguarda dunque gli alleati di governo: si potrà verificare, in una regione che alle politiche ha premiato i Cinque Stelle, se i sondaggi che mostrano il calo del M5s a vantaggio della Lega saranno confermati nelle urne. Con tutte le possibili ripercussioni sul governo che un risultato negativo dei Cinque Stelle si porterebbe con sè. Che la sfida sia sentita, lo dimostra la presenza dei leader nazionali sul territorio, con Salvini da un lato e Di Maio dall’altro che da settimane battono le province abruzzesi. E poi c’è da capire se il Pd – che schiera un candidato forte, l’ex vice presidente del Csm Legnini, ma che paga l’assenza di un segretario – mostrerà segnali di ripresa.

Poi c’è la partita interna al centrodestra: in Abruzzo Fi, a marzo, ha retto all’urto leghista, ma è evidente che quello scenario è ormai lontano. Tanto che Fratelli d’Italia sogna a sua volta il sorpasso ai danni degli azzurri, forte dell’esprimere il candidato presidente Marsilio. Per provare ad arginare il partito di Giorgia Meloni, anche Silvio Berlusconi si è sobbarcato un tour elettorale. Da domenica notte, quando avranno inizio le operazioni di scrutinio, si saprà se il sorpasso leghista ai danni degli alleati di governo sarà reale, e chi sarà la seconda forza del centrodestra.