Gentiloni: alle Europee lista progressista può sfidare la Lega

"C' è rischio recessione a causa di fattori tutti interni"

GEN 14, 2019 -

Roma, 14 gen. (askanews) – “C’ è molto lavoro da fare. Ma cominciano a delinearsi due visioni politiche molto nette e destinate a confrontarsi alle prossime elezioni Europee. Dalla nostra parte c’ è la prospettiva di una Lista unitaria, di democratici, progressisti e europeisti, della quale Pd sia il pilastro. Dall’ altra i nazionalisti, con Salvini, alleato di Orban e del polacco Kaczynski. Con i Cinque stelle destinati a restare marginali. Potenzialmente partiamo ad armi pari, pronti a competere con la Lega per la lista che avrà più voti. Potrebbe cambiare lo scenario politico italiano. Un flop del governo “naz-pop” alla prima uscita elettorale sarebbe una “notiziona” anche per l’ Europa”. A sottolinearlo è stato l’ex premier Paolo Gonetiloni in un’intervista alla “Stampa”.

Sulla Tav, Gentiloni sottolinea che “dobbiamo essere molto netti. Io apprezzo la proposta di referendum del presidente Chiamparino, perché ha messo a nudo le contraddizioni del governo. Ma la Tav sta andando avanti, sono stati già spesi dei miliardi e, per cancellarla, il governo dovrebbe prendere una decisione in quel senso. Ma è del tutto evidente che in Parlamento non c’ è una maggioranza per farlo. Punto”.

Poi Gentiloni evidenzia che “l’ economia italiana purtroppo si sta fermando, sia pure nell’ ambito di un rallentamento che coinvolge altri Paesi della zona euro. C’ è l’ enorme rischio che la fotografia della stagnazione, valida per oggi, possa evolvere nel 2019 in recessione. Anche per effetto di fattori schiettamente “made in Italy” e che sono il frutto dell’ azione di sette mesi di governo: sono peggiorati la reputazione finanziaria del Paese, il livello di fiducia tra le imprese e tra gli investitori interni e internazionali. E quanto alla manovra, è di dimensioni molto modeste: 30 miliardi, forse una delle più modeste dal punto di vista quantitativo degli ultimi 15 anni. Più tasse, qualche provvedimento di spesa e niente soldi per chi investe, per chi produce lavoro e per chi lavora. Una manovrina depressiva”.