“Non mi dimetto. Se sono il vincitore morale devo restare” (Tria)

Conversazione con Repubblica del ministro dell'Economia

DIC 30, 2018 -

Roma, 30 dic. (askanews) – Giovanni Tria, ministro dell’Economia, esclude categoricamente le sue dimissioni. In una conversazione con il giornalista di Repubblica Tommaso Ciriaco afferma. “Io non mi dimetto. Non esiste, nel modo più assoluto. Ho letto che è stato scritto, ma è una cosa che non esiste. Ma poi, mi spiega perché dovrei andarmene proprio adesso?”. Forse perché può uscire dalla battaglia sulla manovra a testa alta, da vincitore morale che ha evitato una devastante procedura d’infrazione: “Se è vero che sono il vincitore morale – replica il ministro – come dice, a maggior ragione continuo a fare il ministro. Se me ne fossi voluto andare, l’avrei fatto tre mesi fa…”.

Non è ancora il momento – scrive Repubblica – di restituire le stilettate che gli hanno piantato nella schiena i colleghi di governo, guidati da Luigi Di Maio. L’ultimo atto è stato l’allontanamento del capo di gabinetto Roberto Garofoli. Ma non è più tempo di restare fermi a guardare, visto che il patto con l’Europa ricalca il suo patto. Quello che aveva contrattato con Jean Claude Juncker e offerto a settembre a Salvini e Di Maio, ricevendo uno sdegnato rifiuto gialloverde.

“Se avessi voluto dimettermi – confida il professor Tria, amico di Renato Brunetta e dal principio in sintonia con le preoccupazioni del Quirinale – se avessi voluto lasciare tutto, l’avrei fatto la sera in cui hanno annunciato il deficit al 2,4%. Lì sì che c’era un motivo. Non l’ho fatto allora, quella sera del 2,4%. Oggi siamo qui ed è possibile capire perché presi quella decisione. Oggi si possono vedere i frutti di quella scelta”.

Cosa accadrà quando in primavera l’Europa verificherà gli impegni assunti dall’Italia? È pronto a una nuova battaglia, oppure è stanco della delegittimazione quotidiana vissuta tra i banchi del governo? “Senta – risponde Tria – se il problema fosse stato la mia faccia e non il Paese, allora non avrei proprio accettato di entrare al governo o, una volta entrato, non sarei rimasto. Ci sono stati momenti particolari, certo, ma le assicuro che resto al mio posto. Anzi, mi scusi: ma chi è che mette in circolo la voce delle mie dimissioni?”.

BOL/Int9