Strada stretta per evitare infrazione Ue, con “speranza Macron”

Conte a Bruxelles con una proposta da 5,5 mld massimo. Bruxelles ne vuole 10

DIC 11, 2018 -

Roma, 11 dic. (askanews) – Si prospetta in salita la strada del governo per evitare l’avvio da parte di Bruxelles della procedura di infrazione per deficit eccessivo a causa del debito nei confronti dell’Italia. La distanza tra la posizione del governo di Roma che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, illustrerà domani a Jean Claude Juncker, e quella della Commissione europea è ancora troppio ampia.

Per rispettare le regole e consentire una adeguata correzione del deficit in rapporto al pil e migliorare anche il saldo strutturale, la Commissione chiede di mettere sul tavolo circa 10 miliardi di euro (lo 0,5-0,6% del pil). Il disavanzo per il 2019 dovrebbe quindi scendere all’1,8-1,9% del pil dal 2,4% previsto nel Documento Programmatico di Bilancio. In sostanza, il livello a cui era disposto ad arrivare il Ministro dell’economia e delle finanze, Giovanni Tria, nel Consiglio dei Ministri ‘del balcone’ del 27 settembre scorso. Il premier Conte, domani, dovrebbe invece presentarsi a Bruxelles con una proposta diversa, tra 3,7 e 5,5 miliardi, che consentirebbe al deficit di scendere al 2,1-2,2% del pil. D’altra parte il governo giallo-verde è già consapevole di non poter far partire il reddito di cittadinanza e quota 100 per il pensionamento anticipato nei primissimi mesi del nuovo anno e i relativi risparmi potranno essere conteggiati a be neficio del deficit. Il dialogo continua, come viene spiegato dal governo italiano e dal presidente della Commissione Ue, dal vice presidente Valdis Dombrovskis e dal commissario Pierre Moscovici, ma è probabile che anche la giornata di domani si concluda con un nulla di fatto.

A questo punto l’Italia potrebbe trovare conveniente cercare di dilazionare un po i tempi per aspettare l’esito delle vicende francesi. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato interventi che aumenterebbero il rapporto deficit/pil. Per il momento si tratta di annunci e non di decisioni assunte e trasferite in un nuovo Draft Budgetary Plan. Ma certo, se a ‘sforare’ sono due grandi Paesi fondatori dell’Unione, la Commissione – è la speranza del governo italiano – potrebbe essere indotta ad assumere un atteggiamento diverso, anche considerando le spinte politiche che sono alla base delle politiche espansive adottate dall’Italia e annunciate dalla Francia.