Perché l’Ue ha previsioni diverse da quelle del governo italiano (Moscovici)

La spiegazione del commissario Ue

NOV 8, 2018 -

Bruxelles, 8 nov. (askanews) – Le previsioni economiche pubblicate oggi dalla Commissione europea sono divergenti da quelle del governo italiano, in particolare su crescita e andamento del deficit e del debito pubblico, e questo è dovuto soprattutto a una maggiore prudenza sull’aumento di consumi e degli investimenti e sulle entrate fiscali, e all’aumento dello spread già prodottosi, che conseguente incremento della spesa per gli interessi del debito. Lo ha spiegato il commissario Ue agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, durante la sua conferenza stampa oggi a Bruxelles in cui ha presentato le previsioni economiche.

Le ragioni du questo scarto fra le previsioni “sono molto semplici, e non devono dar luogo a polemiche. Sulla crescita – ha detto Moscovici – la Commissione prevede un aumento dell’1,2%, contro l’1,5% del governo. Questa differenza si spiega principalmente con due fattori: le nostre stime sono più prudenti di quelle del governo sul consumo interno e sugli investimenti; e noi riteniamo che l’aumento dei tassi d’interesse sui titoli di Stato abbia un impatto più importante sulla spesa di quanto è indicato nel progetto di bilancio”.

E poteva anche andare peggio: “A coloro che pensano che le nostre previsioni di crescita per il 2019 siano troppo pessimiste vorrei dire che non abbiamo potuto tenere conto del fatto che gli ultimi indicatori economici indicano una situazione peggiorata nel terzo trimestre e all’inizio del quarto trimestre del 2018. Se questo rallentamento si confermasse, avrebbe un impatto ancora maggiore sulle nostre previsioni per il 2019”, ha puntualizzato il commissario.

“Quanto al debito pubblco – ha continuato Moscovici -, la Commissione stima che sarà al 2,9% del Pil nel 2019, contro il 2,4 nel progetto di bilancio italiano. Devo precisare che se si elimina l’effetto dell’arrotondamento, lo scarto fra la nostra proiezione e quella delle autorità italiane è in effetti di 0,4 punti, ciò che non è inusuale. Questo scarto si spiega con due ragioni”, secondo il commissario: la prima è che “la Commissione prevede delle entrate fiscali più deboli rispetto al progetto di bilancio italiano, per circa lo 0.2% del Pil, principalmente provenienti dalle tasse sul consumo, l’imposta sui redditi e i contributi sociali, e questo a causa della crescita minore già menzionata”.

La seconda ragione è che la Commissione “prevede anche una maggiore spesa pubblica, lo 0,1% in più, in diversi settori, e in particolare per il servizio del debito. In effetti, prevediamo un tasso d’interesse sui titoli di Stato a 10 anni del 3,7% nel 2019, contro il 3,3 del governo. Tengo a precisare – ha sottolineato Moscovici – che abbiamo applicato la metodologia abituale, come per gli altri Stati membri, e cioè una stima dei tassi futuri basata sulla media dei 10 giorni precedenti la chiusura dei dati”.

Infine, ha continuato il commissario, “per quanto riguarda il debito noi prevediamo una stabilizzazione al 131% nel 2019 e nel 2020, mentre il governo prevede un leggero calo”. La mancata riduzione “è in effetti la conseguenza meccanica dei diversi fattori già menzionati: meno crescita, un aumento del deficit, tassi d’interesse più alti”.

“Tutte queste cose – ha osservato ancora Moscovici – non possono essere senza impatto. E’ a partire da queste differenze che ora bisogna lavorare; e questo – ha concluso il commissario – dà anche la misura di quello che ci attendiamo dal governo italiano per il 13 novembre (la scadenza entro cui deve essere presentata a Bruxelles la manovra italiana riveduta e corretta, ndr) e per quello che succederà dopo”.

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