Di Maio vuole cancellare lo scudo penale per gli evasori

Salvini: "Alla Lega non interessa nessun condono"

OTT 20, 2018 -

Roma, 20 ott. (askanews) – Stop allo scudo penale per gli evasori e alla mini-voluntary su case e conti all’estero. E’ questa la posizione espressa dal vicepremier Luigi Di Maio, davanti a Palazzo Chigi in un punto stampa improvvisato, in attesa del Consiglio dei ministri convocato dal premier Giuseppe Conte per trovare una soluzione allo scontro tra M5S e Lega sul decreto fiscale.

Nella sede del governo c’è il leader del Carroccio, Matteo Salvini, che questa mattina ha buttato acqua sul fuoco e ha assicurato: “Alla Lega non interessa nessun condono, nel contratto si parla di saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia solo per chi ha fatto la dichiarazione dei redditi e non è riuscito a pagare tutto. Manteniamo gli impegni, rispettiamo il contratto e aiutiamo gli Italiani onesti, noi saremo felici e contenti”.

“Togliamo di mezzo il condono per gli evasori e lasciamo la pace sociale com’è scritta nel contratto”, ha detto Di Maio. “Per me la pace fiscale era nel contratto di governo, l’unica cosa che non era nel contratto di governo era questa cosa del comma 9 dell’articolo 9 e la questione dell’estero”. La parte del comma 9 dell’articolo 9 del decreto fiscale che M5s non può proprio digerire è lo scudo penale per il riciclaggio e l’autoriciclaggio.

Sotto i riflettori c’è la cosidetta ‘dichiarazione integrativa’ dei redditi, un meccanismo che già esiste ma che oggi prevede il pagamento di tutte le tasse. Una considerazione da fare è che nessuno denuncerebbe di aver evaso se poi rischia una condanna penale. Il governo potrebbe quindi salvare la sostanza di questa misura escludendo però dalla sanatoria chi ha riciclato denaro, ossia il punto più controverso e contestato dai pentastellati.

Per quanto riguarda l’estero, i pentastellati chiedono che venga cancellata la parte della norma che estende il condono della cosiddetta ‘pace fiscale’ anche all’imposta sul valore degli immobili all’estero e all’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero. Che sarebbe una sorta di mini-voluntary.

Qualsiasi modifica comporterà un impatto sulle coperture attese e la necessità di individuare altrove le risorse che verranno a mancare per la manovra.

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