Conte alle Camere: in Ue a spiegare manovra, dialogo senza pregiudizi

"Via austerity non più percorribile, architrave sono investimenti"

OTT 16, 2018 -

Roma, 16 ott. (askanews) – A Bruxelles a testa alta, convinti che l’appartenenza dell’Italia all’Ue sia “irrinunciabile” ma anche che “le politiche di austerity non siano più percorribili”. Dunque, bisogna dialogare “senza pregiudizi”. E’ questo l’atteggiamento con cui il premier Giuseppe Conte ha annunciato davanti al Parlamento, con le comunicazioni prima al Senato e poi alla Camera, di partecipare domani e dopo domani al Consiglio europeo. Piatto forte, ovviamente, la manovra economica approvata ieri dal Consiglio dei ministri e che il premier è pronto a difendere punto per punto: è una “manovra di cui siamo orgogliosi e su cui avvieremo un dialogo confrontandoci senza pregiudizi”, ha ripetuto sia a Palazzo Madama che a Montecitorio.

Alle istituzioni europee che a più riprese – prima con le parole dei singoli commissari e poi per scritto – hanno già manifestato numerose perplessità sulle misure annunciate nella manovra di bilancio Conte intende spiegare che “l’architrave della manovra che sono gli investimenti, ossia la componente che è mancata maggiormente negli ultimi anni determinando un ritardo nella crescita rispetta alla media Ue”. “Perfino il Fmi ha sostenuto che un paese che ha forti diseguaglianze sociali ed economiche non può essere un paese stabile – ha ricordato poi il presidente del Consiglio -. Lo stesso Fmi nel 2017 chiedeva all’Italia di dotarsi di uno strumento universale di welfare e anche in Europa si parla di reddito minimo collegato all’inserimento nel mondo del lavoro”.

Insomma, la manovra del governo giallo-verde è il vessillo per ricordare che “è urgente un cambio di passo dell’Unione europea che deve proiettarsi verso le esigenze della società civile ed essere più vicina ai popoli e ai cittadini. “L’Italia è un paese fondatore dell’Unione e un contributore netto del bilancio. Forti di questa posizione andremo a Bruxelles”, rilancia Conte. Nel dossier del Consiglio europeo anche immigrazione e Brexit. Sul primo fronte il governo italiano punta a ottenere una “equa distribuzione delle responsabilità” e solo quando ci saranno “garanzie” sull’attuazione di un meccanismo comune europeo si potrà parlare anche di “movimenti secondari”. Serve, ha puntualizzato il premier, “una risposta comune con un meccanismo stabile e sostenibile nelle fasi di sbarco, redistribuzione e rimpatrio senza oneri per i paesi di primo approdo come l’Italia. Sono gli obiettivi nella nostra strategia con cui l’Italia ha contribuito a invertire la tendenza dell’Europa”. Dunque “la prima sfida” di questo consiglio europeo che si apre in una fase molto delicata è “la gestione convidisa e multilivello dei flussi migratori” “senza oneri aggiuntivi per paesi come l’Italia di primo arrivo”.

Infine la Brexit. Conte si è augurato che l’uscita del Regno Unito dall’Ue “avvenga in termini chiari e amichevoli e senza strappi”. “I 27 capi di stato e di governo valuteranno lo stato dell’arte del negoziato in vista della ripresa dei colloqui tra Regno Unito e Ue e di un possibile accordo a novembre: domenica scorsa i negoziatori hganno preso atto dell’impossibilità al momento di trovare un’intesa sulla questione irlandese – ha spiegato -. È un tema complesso in cui le ipotesi tecniche per evitare una frontiera fisica tra le due Irlande si intrecciano con importanti questioni di principio”.

“I tempi – ha concluso il premier – sono strettissimi: dobbiamo procedere con buonsenso, senza cedere alle emozioni e alle reazioni istintive per evitare il fallimento del negoziato che sarebbe un salto nel vuoto per le imprese e i cittadini”.