All’Onu sintonia Conte-Trump, su Libia distanze con Macron

Colloquio a pranzo con leader Usa. Domani intervento ad Assemblea

SET 25, 2018 -

New York, 25 set. (askanews) – “Hi Donald, how are you?”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato questa mattina al Palazzo di Vetro di New York per il suo debutto all’Onu e il primo segnale che ha voluto dare è quello di una conferma dell’amicizia e del “feeling” con il presidente americano Donald Trump.

Al pranzo con i leader mondiali il cerimoniale li ha voluti vicini di posto, al tavolo dei capi di Stato con il segretario generale Antonio Guterres. “Un segno di attenzione”, fanno trapelare da Palazzo Chigi. Conte è già nella sala quando entra Trump. Il presidente americano saluta alcuni colleghi, stringe mani, scambia alcune battute. Ed è Conte che gli si avvicina chiamandolo e porgendogli la mano. Il numero uno americano lo saluta calorosamente e i due parlano brevemente, prima di mettersi a sedere. Conte è raggiunto poi dal primo ministro canadese Justin Trudeau. I due si parlano, quindi Trudeau richiama l’attenzione di Trump, con cui ha una stretta di mano abbastanza fredda. Durante il pranzo, poi, Conte e Trump continuano a conversare. Al centro dello scambio di opinioni, secondo quanto si apprende, la questione dei migranti ma soprattutto la Libia e in particolare la conferenza in programma in Sicilia a novembre, dove magari il premier spera di poter far arrivare l’inquilino della Casa Bianca.

La giornata più importante di Conte sarà però domani, quando interverrà all’Assemblea generale. Al centro del suo intervento ci sarà la rivendicazione del ruolo dell’Italia nella gestione del fenomeno migratorio e l’impegno del Paese per la pacificazione della Libia. Con una linea in parte diversa da quella francese. Il presidente Emmanuel Macron, stamani, è tornato a chiedere “elezioni immediate” per “superare lo status quo”. L’Italia punta invece sulla Conferenza internazionale, per consolidare e rilanciare il processo di stabilizzazione. Ma poi Conte allargherà anche lo sguardo alle altre crisi internazionali. Già oggi, intervenendo all’evento “Action for peacekeeping”, il premier ha rivendicato il “contributo” e il “ruolo fondamentale” dell’Italia nelle missioni, ricordando che il nostro paese è il primo contributore di caschi blu tra i Paesi occidentali e uno dei sostenitori finanziari “più generosi” per le operazioni di pace.

Il presidente del Consiglio ha ribadito anche la presenza italiana nelle iniziative per la pace e confermato l’impegno in ambito Onu per un’azione riformatrice che porti a istituzioni “più trasparenti e vicine ai cittadini”, con un approccio “inclusivo” ai processi di pace, sviluppo economico e sostenibile. Conte ha anche sottolineato l’importanza della formazione e della fase di addestramento per le quali l’Italia è presa come modello in tutto il mondo e proposto l’aumento del numero e del ruolo delle donne, la cui azione potrebbe avere un grande significato sul piano sociale e culturale, rafforzando così la fiducia con le popolazioni locali, in particolare con donne e bambini che sono spesso le principali vittime della violenza.

Prima dell’intervento all’Onu, Conte avrà però domani mattina due appuntamenti importanti con il mondo finanziario americano: con il presidente e amministratore delegato del fondo BlackRock, Laurence D. Fink, e con la presidente del New York Stock Exchange, Stacey Cunningham. Saranno entrambe occasioni, fanno sapere da Palazzo Chigi, per parlare delle riforme già fatte e di quelle che l’Italia si appresta a varare con la manovra.

Tra l’altro Conte è arrivato a New York senza il suo portavoce Rocco Casalino. Ma non c’entrano le polemiche sull’audio diffuso nei giorni scorsi, assicurano fonti di Palazzo Chigi. Semplicemente, spiegano le fonti, a Roma c’è il fronte aperto sulla manovra economica e quindi la comunicazione del premier si è divisa tra Roma, dove l’ufficio è impegnato sulla legge di bilancio, e gli Usa. Tra l’altro, si fa notare, Casalino era assente anche nella trasferta di Salisburgo, la scorsa settimana, prima che scoppiasse il ‘caso’.