Roma, 16 set. (askanews) â Sale la tensione nel Pd sui tempi del congresso. Dopo le parole del presidente Matteo Orfini, che ha proposto di sciogliere e rifondare il Pd perchè âcomâè oggi non funzionaâ, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, al momento unico candidato alla segreteria, va allâattacco.
âUnâaltra scusa per non fare il congresso. Hanno paura! â tuona Zingaretti -. Pur di non far vincere me preferiscono far chiudere il Partito democraticoâ. Unâaccusa ai renziani che al momento non hanno il candidato, data lâindisponibilitĂ piĂš volte manifestata da Graziano Delrio.
Ma a Zingaretti arriva la risposta di Renzi che su Facebook invita a âsmetterla col fuoco amicoâ e che ai suoi assicura: âNessuna paura e nessun rinvioâ. âNon temiamo certo il congresso, â dicono i renziani â Quando Martina si dimetterĂ , lâex premier indicherĂ il candidatoâ. E per Renzi ha parlato Guerini stamani: âNessun rinvio, si facciano i congressi come previstoâ. I primi dati della Toscana, peraltro, si fa notare, vedono la candidata renziana, Simona Bonafè, al 72%.
Orfini trova critiche in quasi tutte le aree. âParlare ora di scioglimento del Pd â dice Marina Sereni di Areadem, la corrente di Dario Franceschini â significa mandare un messaggio negativo e disorientare gli elettori di sinistra e centrosinistra. LâAssemblea ha deciso un percorso chiaro, andiamo avanti con il Congresso e costruiamo un confronto civile e positivo per ricostruire una comunitĂ e darci una profilo e una guida nuoviâ. âTrovo anacronistico che chi ha ricoperto per anni ruoli di vertice ed è quindi corresponsabile del disastro proponga lo scioglimento del Pd, forse come lavacro di responsabilitĂ . Il percorso è stato votato in assemblea, quindi si vada avanti con il congressoâ, attacca lâorlandiana Monica CirinnĂ . âNon esiste che il Pd si sciolga e che a proporlo sia addirittura un gruppo dirigente scaduto, deligittimato e protagonista di questo fallimentoâ, aggiunge Francesco Boccia, area Emiliano.
A tentare di chiudere il discorso è Matteo Mauri, coordinatore della segreteria nazionale. âLe tappe del nostro congresso â scrive in una nota â sono esattamente quelle decise insieme con lâultima Assemblea nazionale che ha eletto Maurizio Martina segretario. Non servono speculazioni infondate che rischiano di creare inutili fibrillazioni. Il Congresso nazionale del Pd si farĂ , come previsto, prima delle elezioni Europee e in quella sede ci si confronterĂ legittimamente su tutte le prospettive che verranno avanzateâ.
Nel dibattito interno al partito si inserisce lâiniziativa di Carlo Calenda. Lâex ministro dello Sviluppo economico, via Twitter, ha invitato a cena gli ex premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni e lâex ministro degli Interni Marco Minniti. Tutto è partito da un tweet di Giuliano da Empoli, stretto collaboratore di Renzi. Secondo da Empoli âla Storia non sarĂ clemente con i quattro leader del Pd, Renzi, Gentiloni, Calenda, Minniti che condividono la stessa linea politica se per ragioni egoistiche non riusciranno a sedersi intorno a un tavolo per impedire la deriva del Pd verso lâirrilevanza e la sottomissione al M5sâ. Calenda prende la palla al balzo. âHai ragione Giuliano. Questo è un invito formale. Vediamoci. Per essere operativi â scrive â e per limiti miei di movimento: martedĂŹ da me a cena. Invito pubblico per renderlo piĂš incisivo ma risposta privata va benissimoâ. Successivamente Calenda torna sullâargomento, replicando a un utente che lo accusa di volere nuovi âcaminettiâ. âFesserie demagogiche â scrive â la politica è fatta anche di rapporti umani. Abbiamo lavorato tutti insieme con passione. A un certo punto i rapporti si sono interrotti o rarefatti. Scambiarsi idee e opinioni non è âun caminettoâ ma la normalitĂ dei rapporti umani e professionaliâ.
Al momento a Calenda ha risposto, in modo cauto, solo Renzi. Lâex leader Dem ai suoi ha spiegato di avere âgrande stimaâ per i tre commensali, evidenziando come essi abbiano assunto âimportanti responsabilitĂ â nel Paese proprio su sua proposta. âMassima disponibilitĂ â al confronto, dunque, a condizione che sia chiaro che ânon câè nessun accordo possibileâ coi Cinque Stelle e con la Lega. La linea, per lui, non può essere che quella di una âopposizione durissimaâ come quella di chi ha fatto ostruzionismo alla Camera. Però Renzi preferirebbe un confronto pubblico. E lo scrive su Twitter Luciano Nobili, deputato molto vicino al senatore fiorentino. âDovreste farlo in un appuntamento pubblico, non a cena. Roma? Leopolda? Dove volete, ma in pubblicoâ, è lâinvito di Nobili.