Mattarella dà ancora tempo, domenica ultima chiamata per Lega-M5S

Salvini e Di Maio chiedono altri giorni per trovare accordo

MAG 10, 2018 -

Roma, 10 mag. (askanews) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta mostrando grande pazienza, se dopo oltre due mesi dalle elezioni concede ancora tempo ai partiti perché svolgano i loro tentativi per mettere in piedi un governo che abbia alle spalle una maggioranza che lo sostenga. È facile pensare però – anche se nulla viene detto dal Colle in proposito – che la concessione, dietro richiesta di Lega e M5S, di altro tempo per tentare di trovare un accordo di governo sia veramente l’ultima.

I due partiti, impegnati da questa mattina in trattative sia tecniche che politiche dopo il placet di Silvio Berlusconi, hanno chiesto di avere tempo fino a domenica per lavorare. Mattarella, dopo i tira e molla, i veti di queste settimane – e dopo la decisione visto lo stallo perdurante di procedere al varo di un governo di tregua – evidentemente non può non considerare la decisione dei leghisti e dei pentastellati di impegnarsi per il varo di un esecutivo come il primo, vero tentativo da parte di due partiti di arrivare ad un accordo per dare un governo al Paese.

Ma il tempo a disposizione non è infinito, anche perché Mattarella non può permettersi di essere trascinato (e con lui il Paese), in caso di fallimento ulteriore, nelle beghe e negli scontri fra partiti. Ecco allora che il termine di domenica chiesto da Lega e M5S entro cui riferire l’esito della trattativa, con ogni probabilità viene assunto dal capo dello Stato come definitivo. I due partiti comunicheranno al presidente l’esito dei loro colloqui (probabilmente senza salire sul Colle ma via telefonata) e si arriverà a lunedì. In caso di conferma dell’accordo partirà la trafila formale istituzionale che porterà alla nascita dell’esecutivo. In caso contrario tornerà di attualità immediatamente il governo di tregua del presidente, con le nuove elezioni sullo sfondo. Un esito negativo rischierebbe comunque di compromettere parte della credibilità di Lega e M5S, che fino ad oggi – si fa notare – hanno sempre accusato reciprocamente gli ‘altri’ di essere responsabili dell’impasse.

Ora i responsabili sono solo ed esclusivamente loro e se è vero che la declinazione che fanno delle regole, del galateo istituzionale è profondamente diverso dagli schemi che seguivano i padri (e i figli) costituenti, è altrettanto vero che un nuovo voto con questa macchia non sarebbe facile da affrontare.

Il capo dello Stato ovviamente non interviene in queste ore ma così come due giorni fa – incontrando Juventus e Milan prima della finale di Coppa Italia – aveva parlato di arbitri e di correttezza dei giocatori, con evidente riferimento alla situazione politica, oggi alcuni suoi riferimenti al sovranismo in Europa può essere calato, anche se indirettamente, nel nostro lungo momento post elettorale. Intervenendo agli State of Union a Fiesole, Mattarella ha ribadito che non è tempo di chiusure sovraniste, che sono “seducenti ma inattuabili”, ma bisogna invece procedere con decisione sulla strada dell’integrazione e del rilancio del progetto europeo. Nessun accenno ai partiti di casa nostra ovviamente. Ma non si possono dimenticare le strizzate d’occhio di Lega e M5S ai partiti antiUe a Bruxelles.

Fdv