New York, 23 apr. (askanews) – Per gli Stati Uniti di Donald Trump, come era per l’America di Barack Obama, l’Italia resta “uno dei nostri alleati più stretti”. E nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato al presidente della Camera, Roberto Fico, il compito di verificare entro giovedì l’esistenza di una maggioranza di governo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, il dipartimento americano di Stato si è detto “impaziente di continuare a lavorare e a consultarci con il nuovo governo dopo la sua formazione”. E’ un portavoce del dipartimento stesso ad averlo detto ad Askanews.
Mentre, come aveva detto sabato scorso da Washington il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan chiudendo gli Spring Meetings del Fondo monetario internazionale, gli osservatori mondiali guardano con “autentica curiosità” alla crisi di governo dopo le elezioni del 4 marzo scorso, dal dipartimento di Stato dicono di “riconoscere che l’Europa è composta da nazioni libere che, in linea alla grande tradizione della democrazia occidentale, sono capaci di scegliere autonomamente la loro strada futura”.
Alle domande di Askanews sulle eventuali preoccupazioni di Washington per la formazione di un governo con simpatie filo-russe, per una prolungata incertezza politica che potrebbe rallentare la terza più grande economia dell’Eurozona e per il rischio che le elezioni italiane possano essere viste come un punto di rottura del progetto europeo, il portavoce del dipartimento di Stato ha detto che “come in passato, gli Stati Uniti sono impegnati a lavorare con i rami istituzionali europei”.
Il portavoce del ministero destinato (salvo sorprese al Congresso) ad essere guidato dal ‘falco’ Mike Pompeo, direttore della Cia, ha aggiunto che “allo stesso tempo”, gli Stati Uniti “riconoscono che i nostri alleati sono nazioni indipendenti e democratiche con la loro storia, la loro prospettiva e il loro diritto a determinare il loro futuro”.
La posizione dell’amministrazione Trump arriva sulla scia delle dichiarazioni del leader della Lega, Matteo Salvini, che ha criticato il raid aereo congiunto realizzato il 14 aprile scorso da Usa, Regno Unito e Francia contro la Siria, accusata di un presunto uso di armi chimiche contro la popolazione. Il leader del M5S, Luigi Di Maio, tacciò come “irresponsabili” le dichiarazioni di Salvini, e disse che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni aveva “fatto bene” a non partecipare all’azione militare preferendo puntare sulla diplomazia. Lui disse che sarà sempre contrario a chi vuole “approfittare della Siria per sganciarci dagli alleati storici”.