Di Maio apre una crepa nel Pd, Franceschini chiede riflessione

Altolà di Renzi. Martina media: "Bene autocritica ma ambiguità"

APR 7, 2018 -

Roma, 7 apr. (askanews) – Il pressing di Di Maio apre le prime crepe nel muro di no del Pd a un accordo di governo con il Movimento 5 stelle.

“Martina – ha detto il candidato premier pentastellato – è una persona con cui si può parlare e spero che il Pd si sieda al tavolo. Sediamo intorno a un tavolo per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro”. “Io – ha precisato – non sto rinnegando le nostre idee nè le critiche che in più momenti abbiamo espresso anche aspramente nei confronti del Pd, e che anche il Pd non ci ha risparmiato” ma “credo che ora il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci obblighi tutti, nessuno escluso, a sotterrare l’ascia di guerra”.

Parole che vengono accolte con sentimenti e toni diversi nel partito. Renzi smentisce un retroscena che parla di un suo ripensamento sulla linea della contrarietà ai cinque stelle: “Non c’è nessuna svolta”, dice il suo staff. Mentre lo stesso ex segretario, su Facebook, denuncia che “la politica italiana da un mese è ferma al chiacchiericcio, agli accordi, ai retroscena inventati”. E Andrea Marcucci, capogruppo al Senato, bolla come “appelli imbarazzanti” e “patetiche giravolte” le parole di Di Maio. Di “appelli a vuoto” parla Matteo Richetti, che stamani nella capitale ha organizzato l’incontro ‘Il confronto è aperto’.

Ma è Dario Franceschini, che già alcuni giorni fa aveva chiesto una riflessione del Pd sulla linea politica, ad accogliere con favore le parole del leader pentastellato. “Di fronte alle novità politica dell’intervista di Di Maio serve riflettere e tenere comunque unito il Pd nella risposta. L’opposto di quanto sta accadendo: rispondiamo affrettatamente e ci dividiamo tra noi.

Fermiamoci e ricominciamo”.

Scettico, ma non completamente chiuso al confronto, è Andrea Orlando, leader dell’area Dems, stamani al convegno ‘Sinistra anno zero’ a Roma. “Di per sé – sottolinea – non mi pare che si siano prodotti fatti che determinino una situazione completamente diversa ma è giusto valutarlo e discuterlo insieme. Mi pare che sia giusto dialogare ma anche giusto non nascondere le distanze, le reticenze, le contraddizioni che abbiamo denunciato durante la campagna elettorale e anche all’indomani delle elezioni”.

Tra le diverse posizioni del Pd prova a mediare il segretario reggente Maurizio Martina secondo cui “dal punto di vista dell’autocritica sui toni c’è un passo in avanti apprezzabile” però “le ambiguità politiche rimangono tutte e per noi sono un fatto”. Dunque “la nostra linea è quella: centrodestra e 5stelle devono dire chiaramente al Paese e alle altre forze politiche in Parlamento cosa intendono fare” mentre “noi restiamo fedeli e coerenti all’impostazione che ci siamo dati dal primo minuto.

Faremo l’opposizione”.

Dunque Martina conferma, in sostanza, la linea dell’opposizione, ma Di Maio vede nelle parole del reggente e nelle divisioni tra i Dem un segnale positivo. “Registro come un passo in avanti la dichiarazione del segretario Maurizio Martina”, commenta.

Di sicuro la questione, nel Pd, non si chiude qua e sarà il tema al centro del dibattito dei prossimi giorni, a partire dalla riunione congiunta dei gruppi in programma martedì prossimo al Nazareno.

Red-Pol MAZ