Tregua con Berlusconi,Salvini apre su Senato a Fi ma chiede Friuli

Giro di telefonate fra i leader alla vigilia vertice centrodestra a palazzo Grazioli a pranzo

MAR 20, 2018 -

Roma, 20 mar. (askanews) – Un incontro, a colazione, da cui verrà fuori “un nome o una rosa di nomi” del centrodestra per la presidenza del Senato. Silvio Berlusconi riaprirà le porte di palazzo Grazioli a Matteo Salvini e Giorgia Meloni alle 12,30. Ma il vertice è stato anticipato da un giro di telefonate che ha sancito una tregua, dopo giorni di tensioni, tra il leader azzurro e il segretario del Carroccio.

Durante il colloquio, in particolare, si sarebbe ragionato di uno schema che prevede la presidenza della Camera per i 5stelle e quella del Senato al centrodestra, con, però, una significativa apertura di Salvini all’ipotesi che a esprimere quel candidato sia Forza Italia. Il nome in pista per ora resta quello di Paolo Romani, su cui però ci sarebbe il veto dei grillini. In cambio, tuttavia, i padani riaprirebbero i giochi in Friuli Venezia Giulia, reclamando per Massimiliano Fedriga quella investitura che era già stata affidata a Renzo Tondo. Che ci si fidi gli uni degli altri, è tutto da vedere, il problema è che le liste per la Regione vanno presentate prima che si chiuda la partita delle presidenze.

Berlusconi, raccontano, è in una di quelle sue fasi in cui si fa “concavo e convesso”. D’altra parte, per lui, la vera partita non è quella della presidenza delle Camere: l’obiettivo resta quello di avere un ruolo nella partita che si gioca sul governo. E che, viene spiegato da Fi, resta svincolata da quella parlamentare.

Per questo, il leader azzurro ha “aperto” a un dialogo con i grillini, ma nell’ottica di una trattativa più ampia che comprende gli uffici di presidenza nella loro totalità. Lo spiega Renato Brunetta dopo aver incontrato i capigruppo M5s. “Abbiamo convenuto – racconta – che ci dovesse essere anche un accordo sugli uffici di presidenza, senza lasciarlo al caso del voto”. Il capogruppo azzurro fa però una precisazione non di poco conto: bisogna agire, sottolinea, “tenendo conto che esistono anche il Pd e Leu”. Una considerazione nei confronti dei dem che tradisce la volontà dell’ex Cavaliere di continuare a tenere la porta aperta a un governo “largo” che consenta di evitare il ritorno precipitoso al voto. Eventualità che Berlusconi mette in cima a quelle da evitare.