Di Maio chiude a governo istituzionale e attacca Padoan

Leader M5s: "Non temo ritorno al voto ma non considero ipotesi"

MAR 13, 2018 -

Roma, 13 mar. (askanews) – “Non contempliamo alcuna ipotesi di governo istituzionale. Nessuna ipotesi di governo di tutti”. Luigi Di Maio parla così alla stampa estera. All’incontro sono ammessi solo i soci dell’associazione, quindi la maggior parte dei giornalisti italiani resta fuori dall’edificio di via dell’Umiltà e può seguire l’incontro in diretta su Facebook. Il capo politico M5s apre la conferenza stampa con uno speech in cui ribadisce che “la volontà degli elettori è sacra, non va tradita” e chiude a ogni ipotesi di governo che non sia da lui guidato. “Il 4 marzo i cittadini hanno votato un candidato premier, un governo e un programma con le sue coperture. Chi vuole mettersi al lavoro per l’Italia e per gli italiani si faccia avanti”, spiega.

Di Maio prende atto “con rammarico” che nessuno lo ha cercato per un’interlocuzione sui temi e rinnova l’appello alla “responsabilità a tutte le forze politiche: il debito, la disoccupazione, la tassazione delle imprese e la disoccupazione giovanile non aspettano le liti di partito. Dobbiamo liberare l’Italia. Le forze politiche stanno chiedendo di tornare a votare? Bene, se è così sappiate che a noi questa soluzione non spaventa”. L’ipotesi di elezioni anticipate dunque viene anche usata come spauracchio dai 5 stelle ma, incalzato da un giornalista sulla regola M5s del tetto di due mandati, Di Maio dice apertamente di non considerarla realistica: “Il nostro obiettivo oggi è andare al governo, non sto considerando l’ipotesi che la legislatura non parta”.

Il leader pentastellato insomma crede ancora a un suo approdo a Palazzo Chigi tanto che ci tiene a spiegare di aver “convocato questa conferenza stampa perché voglio comunicare ai vostri paesi che le nostre misure economiche saranno sempre ispirate alla stabilità del paese”. E che “la linea di politica estera del Movimento 5 stelle non tende a isolare l’Italia. L’Italia con noi resterà nell’Ue, alleata dell’Occidente e resterà all’interno della Nato”.

A quattro giorni dall’intervista al Corriere della Sera in cui Di Maio individuava il Def come prima occasione di confronto e convergenza innanzitutto col Pd, il capo politico M5s cambia totalmente registro nei confronti di colui che quel Documento dovrà metterlo a punto e portarlo in Cdm entro il 10 aprile: “Credo che oggi Padoan sia stato molto irresponsabile a trascinare le questioni tra Italia e Bruxelles rispondendo ‘non so’ a proposito del futuro dell’Italia. E’ stata quasi una provocazione, come a dire che ‘ora che me vado all’opposizione avveleno i pozzi'”. Un attacco che lo allontana ancora di più da una interlocuzione con il Pd.

Se la strada per la formazione di un governo sembra lunga e in salita, quella per i presidenti delle Camere appare finora inquadrata nell’ambito di una trattativa tra M5s e Lega. Di Maio, che vorrebbe un suo uomo a Montecitorio, ci tiene a precisare: “Le presidenze delle camere non riguardano la questione del governo, non devono essere legate a dinamiche di governo, ma sono figure di garanzia che riguardano il Parlamento”.