Berlusconi fa il tedesco: “100 giorni per governo con Pd”

Salvini lo stoppa. Tensione Fi-Lega sui presidenti delle Camere

MAR 12, 2018 -

Roma, 12 mar. (askanews) – A una settimana dal voto, le malcelate differenze, nascoste dietro la comune rivendicazione della vittoria della coalizione, escono dai retroscena per entrare nel vivo del dibattito. Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno due idee diverse, anzi opposte, di cosa si dovrebbe fare. A cominciare dall’elezione dei presidenti delle Camere che, secondo il numero uno del Carroccio, è roba di cui devono discutere lui e il M5s. Posizione che ha irritato non poco Forza Italia. “Queste elezioni le ha vinte il centrodestra unito, ossia la coalizione. E Salvini ha ragione quando dice che bisogna rispettare le scelte degli elettori. Ma il soggetto è il centrodestra”, dice Renato Brunetta.

Nella prima intervista dopo lo scrutinio che ha sancito il sorpasso della Lega su Forza Italia, il leader azzurro chiama in causa il Pd, chiedendogli responsabilità. Non lo dice esplicitamente, ma l’idea che ha in mente è quella di un gabinetto di centrodestra che abbia l’appoggio (anche esterno) dei dem. Di certo, il suo invito al Pd a “farsi carico del governo” non è un’esortazione ad ascoltare le sirene del M5s.

Matteo Salvini lo gela e boccia la strategia dell’ex Cavaliere. “Gli italiani – osserva – non ci hanno votato per riportare al governo Renzi”. Il leader della Lega, d’altra parte, sa che un siffatto esecutivo non potrebbe avere lui come guida. Meglio, dal suo punto di vista, fare all in e tornare alle urne.

Esattamente ciò che non vuole Silvio Berlusconi. Un quadro instabile, un ritorno precipitoso al voto, è d’altra parte anche una delle principali preoccupazioni di famiglia e aziende, che oggi l’ex premier ha riunito ad Arcore nel solito pranzo del lunedì.

Il leader azzurro, tuttavia, è convinto che il suo progetto sia realizzabile, ma perché si determino le condizioni bisognerà attendere un po di tempo. “Ci vorranno cento giorni, come in Germania”, è stata la previsione fatta ai deputati che chiedevano lumi sulla strategia. La convinzione è che fra tre mesi, dopo l’ennesimo richiamo di Mattarella alla responsabilità e magari qualche allerta dai mercati internazionali, dentro i dem la posizione degli anti-renziani si potrà ammorbidire.

Intanto Matteo Salvini continua ad atteggiarsi da numero uno della coalizione e annuncia per i prossimi giorni un vertice dei leader. Incontro che, al momento, ad Arcore non hanno fretta di mettere in agenda.