L’asse M5s-Lega

A partire dalla presidenza di Camera e Senato

MAR 10, 2018 -

Roma, 10 mar. (askanews) – Entra nel vivo la trattativa fra le forze politiche sulle nuove presidenze delle Camere, primo step per la successiva trattativa sulla formazione del nuovo governo. Il timing: venerdì 23 marzo Camera e Senato iniziano a votare per scegliere i successori di Laura Boldrini a Montecitorio e Pietro Grasso a palazzo Madama. Andranno avanti non-stop, come nei conclavi, fino alla fumata bianca. A Palazzo Madama il nuovo presidente potrà arrivare già nel pomeriggio di sabato 24, quando alla quarta votazione è previsto ballotaggio a due fra i candidati più votati con vittoria a maggioranza semplice anche per un solo voto di scarto. Non così alla Camera dove, in assenza di intesa forte fra i gruppi, le votazioni potranno proseguire anche la domenica 25 e i giorni successivi fino al risultato.

Le due forze vincitrici delle elezioni, M5s e Lega, hanno pubblicamente e ai massimi livelli rivendicato in questi giorni sia con Luigi Di Maio che con Matteo Salvini il diritto di giocare da protagonisti questa partita. Salvini ha preannunciato per la prossima settimana colloqui diretti ‘con i leader delle altre forze politiche’ rappresentate in Parlamento sulle nuove presidenze delle Camere: oltre a Di Maio, anche Berlusconi, Meloni e Grasso e, con ogni probabilità, Maurizio Martina che si accinge ad assumere la reggenza temporanea del Pd. Il leader M5s, per parte per sua, ha direttamente rivendicato ai pentastellati una presidenza del Parlamento. “Noi siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche ma chiaramente pretenderemo il riconoscimento del voto degli italiani che ci hanno indicato come forza politica del Paese, ha dichiarato Di Maio su Facebook.

Sulla carta M5s e Lega potrebbero anche essere autosufficienti e chiudere un accordo a due, contando insieme nel nuovo Parlamento di una maggioranza sufficiente a eleggersi da soli i presidenti. Non è certo escluso che a questo si arrivi ma, come previsto anche dai Regolamentio delle Camere che nelle prime votazioni richiedono per l’elezione maggioranze qualificate alte, in prima battuta Salvini e Di Maio hanno convenuto di tentare una ‘larga intesa’ possibilmente con tutti i gruppi. Quanto meno anche con Pd e Fi con i quali in parallelo lavorano anche, con mediazione del premier in carica Paolo Gentiloni, al nuovo Def sulle politiche economiche e di bilancio del prossimo triennio che va presentato alla Ue entro il prossimo 10 aprile.

Lo schema di gioco su iniziativa M5s-Lega che si sta preparando in queste prime ore di contatti diretti fra lo studio di Di Maio a palazzo Montecitorio, via Bellerio, largo del Nazareno e villa san Martino ad Arcore, secondo quanto è stato riferito da fonti dei diversi gruppi parlamentari, sarebbe complessivo e a 360 gradi. Comprensivo cioè di tutti i principali incarichi istituzionali da decidere a inizio legislatura. Con ricerca di accordi non solo sulle presidenze di Camera e Senato ma anche delle loro commissioni bicamerali di controllo e ordinarie. Ma non basta. M5s e Lega punterebbero da subito a verificare la praticabilità da subito di prime nuove riforme istituzionali da tutti avvertite come necessarie: una nuova legge elettorale che garantisca di non usare mai più il Rosatellum e un ulteriore taglio dei costi della politica, portando a termine la mancata abolizione dei vitalizi parlamentari.