Papa Francesco: poveri non sono una formula comunista ma il centro del Vangelo

"Parlando ai vescovi cileni li esortavo alla declericalizzazione"

FEB 15, 2018 -

Roma, 15 feb. (askanews) – Bisogna riprendere in mano “il Concilio Vaticano II, la Lumen gentium”. Lo ha detto il Papa nel colloquio avuto con i gesuiti del Cile – avvenuto il 16 gennaio scorso – e del Perù – che ha avuto luogo tre giorni dopo, il 19 gennaio – durante il suo viaggio in Sud America. Le conversazioni sono trascritte dal direttore, padre Antonio Spadaro, sul prossimo numero de “La Civiltà Cattolica” in uscita sabato e anticipate oggi dal Corriere della sera.

“Parlando ai vescovi cileni, li esortavo alla declericalizzazione. L’evangelizzazione viene fatta dalla Chiesa come popolo di Dio. A noi il Signore sta chiedendo di essere Chiesa in uscita, ospedale da campo… Una Chiesa povera per i poveri! I poveri non sono una formula teorica del partito comunista, sono il centro del Vangelo! È su questa linea che sento ci sta portando lo Spirito. Ci sono forti resistenze, ma per me il fatto che nascano è il segno che si va per la via buona. Altrimenti il demonio non si affannerebbe a fare resistenza”.

“Credo – ha detto ancora ilPapa – che una delle cose di cui la Chiesa oggi ha più bisogno, e questa cosa è molto chiara nelle prospettive e negli obiettivi pastorali di Amoris laetitia, è il discernimento. Noi siamo abituati al ‘si può o non si può’. Ho ricevuto anch’io, nella mia formazione, la maniera del pensare ‘fin qui si può, fin qui non si può’. Non so se ti ricordi di quel gesuita colombiano che venne a insegnarci morale al Collegio Massimo; quando si venne a parlare del sesto comandamento, uno si azzardò a fare la domanda: ‘I fidanzati possono baciarsi?’. Se potevano baciarsi! Capite? E lui disse: ‘Sì, che lo possono! Non c’è problema! Basta però che mettano in mezzo un fazzoletto’. Questa è una forma mentis del fare teologia in generale. Una forma mentis basata sul limite.

E ce ne portiamo addosso le conseguenze”.

Red