Strage alla moschea in Egitto (cosa è successo in breve)

L'attacco nella penisola del Sinai

NOV 24, 2017 -

Il Cairo, 24 nov. (askanews) – Strage di fedeli in una moschea della penisola del Sinai, in Egitto, durante la preghiera del venerdì: sono almeno 184 le persone morte nell’attacco messo a segno da uomini armati, che hanno aperto il fuoco sui fedeli dopo l’esplosione di una bomba. Oltre 100 le persone rimaste ferite.Si tratta del peggior attacco messo a segno in quattro anni di violenze nel Sinai da parte degli islamisti.

L’ufficio del presidente Abdel Fatah al Sisi ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.

L’attacco è avvenuto nella moschea Rawda, situata a circa 40 chilometri a ovest del capoluogo del Sinai del Nord, El-Arish.

Secondo un leader tribale e capo di una milizia dei Beduini impegnata contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis), la moschea è nota come luogo di ritrovo dei Sufi, considerati eretici dall’Isis perchè credono nell’intercessione dei santi. In passato i jihadisti hanno rapito e decapitato un anziano leader sufi, accusato di praticare la magia, e hanno sequestrato diversi fedeli sufi, poi rilasciati a seguito del loro “pentimento”.

L’organizzazione egiziana dell’Isis ha ucciso negli ultimi anni centinaia di poliziotti e soldati, così come civili accusati di collaborare con le autorità, nella penisola del Sinai. E sono oltre 100 i cristiani rimasti uccisi negli attacchi messi a segno sia nel Sinai che in altre zone dell’Egitto.

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