D’Alema: negoziato surreale centrosinistra, intesa dannosa

Basta appelli all'unità ma rispettiamoci in campagna elettorale

NOV 24, 2017 -

Roma, 24 nov. (askanews) – Per l’alleanza con il Pd “sarebbe stata necessaria una svolta radicale di grande impatto sull’opinione pubblica. Non modeste misure di aggiustamento, che ci hanno proposto a parole mentre ce le negavano nei fatti in Parlamento. Un negoziato surreale”. Lo dice Massimo D’Alema in una intervista al Corriere della Sera. “Mi stupisco – aggiunge – che una persona seria come Piero si sia prestata a un’operazione priva di senso. Non è con questi pannicelli caldi che si ricostruisce l’unità del centrosinistra. Ci vuole una temperatura, come per saldare metalli spezzati”.

“Evitiamo – è l’appello di D’Alema – che la campagna elettorale sia dominata da una polemica tra di noi. Finiamola con questo tormentone, questo assillo dell’appello unitario; perché così si creano le premesse per le recriminazioni successive. Se noi avremo dei voti, non saranno tolti al Pd, ma recuperati all’astensionismo. Smettiamola con queste sciocchezze che fanno soltanto del male, e cerchiamo di rispettarci. Non siamo dei matti, vogliamo riaprire una prospettiva di governo del Paese, ricostruire un centrosinistra autentico. Se avremo una forza consistente, costringeremo il Pd a dialogare con noi. E daremo maggior forza a quelli che dentro quel partito dicono che bisogna cambiare strada. Ce ne sono tanti”.

Sull’ipotesi di una desistenza nei collegi uninominali, come tra Ulivo e Rifondazione nel 1996, D’Alema chiude: “Noi avevamo fatto una proposta di buon senso: introdurre il voto disgiunto. Un conto è votare una persona nei collegi, un altro è votare una lista nel proporzionale. Ci hanno chiuso la porta in faccia. Hanno risposto di no con arroganza e cecità politica, ponendo la fiducia sulla nuova legge elettorale”.

D’Alema assicura che il problema del Pd non è Renzi ma “le scelte politiche del Pd a guida renziana. Questa storia del rancore personale le è un’altra sciocchezza. Io ho lavorato fianco a fianco con persone che mi stavano antipatiche. Non si può dividere la sinistra per questioni personali. Se noi abbiamo deciso di dar vita a una nuova esperienza politica, ci sono ragioni profonde. Abbiamo un’idea del tutto diversa del Paese, del partito, della democrazia”.