“Inaccettabili i campi per i migranti in Libia” (Boldrini)

"Serve soluzione Onu"

NOV 23, 2017 -

Roma, 23 nov. (askanews) – Nel Mediterraneo “si continua a morire: le perdite di vite umane nel corso delle traversate sono ancora altissime. Come se non bastasse, secondo quanto confermato da recenti inchieste giornalistiche, migliaia di migranti sono trattenuti in condizioni inaccettabili in centri di detenzione in Libia, gestititi da gruppi di trafficanti privi di scrupoli”. Lo ricorda la presidente della Camera Laura Boldrini aprendo il seminario del Gruppo speciale sul Mediterraneo e Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della NATO che si tiene nell’Aula di Montecitorio. Al fenomeno migratorio, è l’invito di Boldrini, va data una “soluzione di lunga durata” che passa dal “sostenere gli sforzi di mediazione dell’Onu in Libia per una ricomposizione civile del paese, che vede al centro del negoziato i parlamenti di Tripoli e di Tobruk”. E poi occorre “rilanciare con convinzione il processo di pace Israelo-Palestinese e i negoziati in Siria” e la “ricerca di iniziative di grande respiro per il governo dei flussi migratori, facendo in modo che il migration compact oggetto della Conferenza globale dell’ONU del prossimo anno produca risultati concreti ed impegni vincolanti per tutti i Paesi partecipanti”.

Di fronte a quanto accade nel Mediterraneo, sottolinea Boldrini, “vale la pena di ricordare che la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo e il riconoscimento del diritto di asilo sono principi che fanno parte integrante dell’identità più profonda delle nostre civiltà, sono iscritti in molte costituzioni nazionali, compresa quella italiana, e nei Trattati europei. Lo stesso preambolo del Patto fondativo dell’alleanza Atlantica del 1949 impegna solennemente i paesi aderenti a salvaguardare i principi della democrazia, le libertà individuali e l’affermazione dello Stato di diritto. Ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, sostegno alle organizzazioni internazionali che operano per la pace, precedenza assoluta alla tutela dei diritti dell’uomo sono quindi i principi guida che debbono orientare qualsiasi intervento per la risoluzione delle gravi situazioni di crisi che ci stanno di fronte. Si tratta – puntualizza Boldrini – di un orientamento che non solo ci è imposto come dovere morale e obbligo giuridico: è anche l’unica strada concretamente percorribile per trovare una soluzione di lunga durata alle cause profonde dei focolai di destabilizzazione attivi nel mondo e nel Mediterraneo. Dobbiamo quindi continuare a puntare sul multilateralismo e sfuggire alla tentazione di governare le relazioni internazionali sulla base dei rapporti di forza asimmetrici e del ‘sacro egoismo’ delle nazioni. Si tratta di una tentazione che già in passato ha portato ad esiti catastrofici che abbiamo il dovere di risparmiare alle generazioni future”.

“Soprattutto, per risolvere i problemi del Mediterraneo bisogna sapere guardare anche oltre le sponde di questo mare. Ad esempio, a quello che succede in Africa, in grandi realtà come quella della Nigeria”. Per Boldrini “solo puntando sullo sviluppo umano, in particolare delle donne, si possono creare le condizioni di lunga durata per superare le gravissime tensioni che oggi minacciano la pace”. Certo, “non si può esportare la democrazia – lo sappiamo – come non si può esportare la cultura dei diritti umani. Tuttavia si possono e si devono incoraggiare i processi di democratizzazione e la stabilizzazione di ordinamenti che garantiscano le libertà fondamentali e lo stato di diritto. L’affermarsi dei sistemi democratici è il migliore antidoto alle guerre. Purtroppo si tratta di un obiettivo ancora lontano da raggiungere anche in paesi vicinissimi a noi. Spero che da questa riunione possano emergere idee chiare, originali e coraggiose per favorire un futuro di pace e prosperità per tutto il Mediterraneo”.