Galli (Mdp): vento di destra figlio di crisi e politiche sbagliate

"Non sono fascisti", ma poveri arrabiati intercettati dalle destre

NOV 13, 2017 -

Roma, 13 nov. (askanews) – “La sinistra crede che ci sia un vento di destra in Europa, e non riesce a capire che è diretta conseguenza delle politiche neoliberiste della crisi del 2008 e della politiche di austerità che l’hanno aggravata. Tutte politiche che hanno aggravato la crisi” e che sono state appoggiate e volute dalla “sinistra istituzionale”. “La sinistra liberal scopre con orrore che i poveri si arrabbiano, che votano a destra, solo perchè la destra gli dà retta, in modo strumentale, deviando l’attenzione dai veri obiettivi ad obiettivi in parte falsi”. E’ l’analisi di Carlo Galli, professore di Storia delle dottrine politiche all’università di Bologna e deputato di Mdp.

Per Galli è il modello economico che “ha generato povertà, disgregazione sociale, incertezza del presente e del futuro”. E la sinistra che evidenzia rischi anni ’30 nell’emergere delle destre in Italia e in Europa, dimentica che “esiste un rapporto di causa ed effetto tra dinamiche dell’economia e crescita dell’estrema destra” e se dice che “siamo tornati agli anni ’30” non capisce che gli anni ’30 sono “figli della grande crisi del ’29”; crisi economica che produsse sei milioni di disoccupati in Germania, quando gli unici che davano retta ai disagi e alle proteste dei cittadini impoveriti erano le destre, seppure per “fare una politica criminale”.

Quelli dei nostri giorni, spiega ancora Galli, “non sono fascisti, sono poveri arrabbiati” per un bel po’ di “politiche fatte con l’avallo della sinistra di governo. Quasi sempre è la destra politica ad approfittare dei disastri generati dall’economia capitalista”. Per il politologo “è normale etologia umana che se porti le persone alla disperazione, questi diventano aggressivi. “La globalizzazione l’ha generata la destra economica ma l’ha agevolata la sinistra di governo. Tutte e due insieme hanno fatto il disatro”.

Come uscirne? Galli si richiama alla “dottrina cattolica” che, dice, “esigeva per il perdono dei peccati mortali tre parametri: dirlo ad alta voce; essere davvero dispiaciuto dentro il tuo cuore; rimediare concretamente al tuo peccato”. Senza un’ammissione pubblica di responsabilità capace di ricreare un rapporto di fiducia con i cittadini, andando avanti così, “vedremo le destre”, da Casapound alla Lega crescere ancora, “non fermarsi al 9% di Casapound”.

“E’ stato disgregato il tessuto sociale, viviamo in una situazione di inimicizia, l’Italia è già a pezzi, ed i vari pezzi non sono in comunicazione gli uni con gli altri. Siamo – dice – un paese privo di direzione, di guida, di politica e di politica”.

E se anche riuscissimo per miracolo a sanare la situazione, “il populismo non finirebbe”, ci vorrebbe una generazione perchè si è “spaccato il vincolo profondo di fiducia tra cittadini e dimensione pubblica. Tanto che non esiste più una dimensione pubblica, esiste il cicaleccio dei politici, ma una dimensiione pubblica, non c’è più perchè gli italiani si sentono traditi”, conclude.

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