Voto lombardo-veneto tra antiche ambizioni e voglia di riscatto

Centrodestra cerca di preparare riconferma a guida due Regioni

OTT 21, 2017 -

Milano, 21 ott. (askanews) – Sulla carta in Lombardia e Veneto sono quasi tutti d’accordo sull’opportunità di affidare alle due “locomotive del Nord” più competenze e relative risorse. Il campo sul quale le forze politiche si dividono è l’opportunità dei referendum consultivi per l’autonomia di domani, a pochi mesi dal voto regionale. Dietro ci sono inevitabili calcoli politici che vedono il centrodestra, con la Lega in testa, impegnato a preparare il campo per la riconferma alla guida delle due regioni rispolverando la retorica indipendentista.

Dall’altra il centrosinistra cerca di evidenziare che, nonostante lo slogan “padroni a casa nostra” e vent’anni di amministrazioni targate centrodestra a livello regionale e spesso nazionale, i risultati sul fronte del federalismo sono stati finora deludenti e i costi del voto di domani potevano essere evitati passando direttamente alla trattativa con il governo come sta facendo l’Emilia Romagna.

Se vuole proporsi come alternativa il Pd non può però lasciare al Carroccio e ai suoi alleati l’esclusiva sul regionalismo differenziato. Il terzo incomdo è il Movimento 5 stelle che finora ha stentato a radicarsi nel lombardo-veneto e cerca di accreditarsi come forza politica in grado di andare oltre la mera protesta e la denuncia dando, per esempio, una spinta decisiva in Lombardia alla sperimentazione del voto elettronico.

Di certo dalla “dichiarazione di indipendenza e sovranità della Padania” del 1996 di Umberto Bossi è passata molta acqua, dalla devolution al federalismo fiscale, sotto i ponti delle ambizioni autonomiste del Nord e quello di domani, per 15 milioni di italiani, è il primo vero voto sul tema, anche se consultivo. Un voto reso possibile dalla riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001 dal centrosinistra.