De Vincenti: referendum autonomia? Bastava una lettera…

"Maroni-Zaia hanno speso 80 mln per sfondare una porta aperta"

OTT 4, 2017 -

Roma, 4 ott. (askanews) – Non serviva un referendum, “bastava una lettera al governo” per aprire il confronto su una maggiore autonomia. Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, commenta così – a Sky Tg24 – i referendum per l’autonomia promossi dalla Lombardia e dal Veneto.

“Fanno un po’ sorridere le dichiarazioni molto di propaganda di Maroni e Zaia”, dice De Vincenti, visto che “con il referendum si sta sfondando una porta aperta”. L’obiettivo dei quesiti è infatti “quanto già previsto dall’articolo 116 della Costituzione, cioè che la Regione chieda al governo ulteriore autonomia. Basta una lettera al governo, come ha fatto l’Emilia Romagna con cui sta per partire il confronto. Il referendum dice: ‘Maroni e Zaia mandate la lettera’. Potevano farlo comunque, non c’era bisogno del referendum, ma va bene comunque”.

Alla domanda sui costi della consultazione, De Vincenti replica: “Sono scelte che lascio ai presidenti delle Regioni. Se ritengono di spendere 83 milioni dei loro bilanci, facciano pure. Sono responsabilità che spettano a loro. Sappiano che il confronto è già previsto, il governo è disponibile, quando ci manderanno le loro lettere lo apriremo anche con loro”.

Quanto al tema del residuo fiscale, cioè il differenziale tra quanto versato all’erario dai cittadini di una Regione e quanto torna sul territorio in forma di trasferimenti, “è malposto: un cittadino della Lombardia benestante paga le stesse imposte che paga un cittadino altrettanto benestante della Calabria. Un disoccupato lombardo prende lo stesso sussidio di un disoccupato calabrese. Non è il Nord che finanzia il Sud, ma tutti contribuiscono in base al loro reddito. Per garantire la parità dei diritti su tutto il territorio è giusto cercare di sviluppare i servizi al Sud. È il pricipio base dello Stato democratico”.