Primo voto su Rosatellum bis,iter Camera rapido(con scetticismo)

Il capogruppo Pd padre della legge: ok a Montecitorio entro il 10 Ottobre. Fronda sudisti, Fi riunisce gruppo

SET 25, 2017 -

Roma, 25 set. (askanews) – I giochi si aprono ufficialmente domani. Il Rosatellum bis sarà adottato come testo base della legge elettorale dalla prima commissione ma, soprattutto, alle 18 la conferenza dei capigruppo della Camera fisserà l’approdo in aula del testo. La richiesta del Pd dovrebbe essere quella di cominciare l’esame dell’emiciclo già il 4 ottobre. In questo caso, dovrebbe essere confermato per mercoledì il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione.

Insomma, un iter che si profila alquanto rapido. A fissare la possibile data del via libera di Montecitorio è il capogruppo dem, Ettore Rosato: “Alla Camera – afferma – entro i primi 10 giorni di ottobre”. Poi, ovviamente, la partita si sposterà al Senato.

Sulla carta questa proposta, un sistema misto con il 64% di collegi assegnati con sistema proporzionale e il restante 36% con l’uninominale, ha tutti i numeri per vedere la luce ed evitare che si vada a votare con il cosiddetto Consultellum. Ci stanno, oltre al Pd, la Lega, Alternativa popolare e, pur con qualche distinguo, anche Forza Italia.

Eppure, l’iter che si avvia domani è circondato da un alone di scetticismo. I dem si chiedono se il partito di Berlusconi reggerà alla prova dell’aula, gli azzurri mettono invece in discussione la reale volontà di Matteo Renzi di arrivare al via libera. Segno di una diffidenza reciproca. Tuttavia, è previsto che gli sherpa dei partiti che sostengono il testo si vedano prima della scadenza del termine degli emendamenti per cercare di tenere una linea comune.

Ma resta la grande incognita dei franchi tiratori che, con il voto segreto, possono impallinare in qualsiasi momento la legge. Non solo c’è il singolo che con questo sistema teme di non tornare in Parlamento: dentro Forza Italia, per esempio, a esprimere perplessità è soprattutto l’ala dei deputati meridionali preoccupata che l’asse con la Lega al Nord li penalizzi. Per domani alle 14 è infatti stata fissata una riunione del gruppo per discutere anche e soprattutto di legge elettorale.

Lo stesso Rosato, che pure si dice sicuro al “99,9%” che l’iter andrà in porto, ammette il timore di imboscate. “La paura dei franchi tiratori – spiega – c’è e ce l’ho anche io, sono un partito numeroso. I franchi tiratori ci sono sempre stati, ma è pazzesco che sulla legge elettorale si continui ad avere il voto segreto, io vorrei il voto palese”.

Voto segreto o no, a dichiarare apertamente la loro ferma opposizione alla legge sono M5s, Sinistra italiana e Mdp. “Questo testo – sostiene Alfredo D’Attorre – è palesemente incostituzionale in vari punti, per esempio nella norma in cui si prevede che il voto espresso per un candidato uninominale finisca anche alle liste che lo sostengono: questa è violazione del voto diretto. Per non parlare dell’orgia di nominati, del meccanismo delle coalizioni farlocche senza programma comune né leader”. A suo giudizio anche la fretta è dovuta alla speranza dei partiti coinvolti “di non dover reggere troppo a lungo il confronto con l’opinione pubblica”.