Referendum Regioni, iniziativa per promuoverlo anche in Sardegna

Il deputato fittiano di Direzione Italia Vargiu sostiene comitato referendario sardo

SET 21, 2017 -

Roma, 21 set. (askanews) – “Il 22 ottobre prossimo, Lombardia e Veneto, con il sostegno di tutti i partiti politici, andranno a votare i referendum leghisti che chiedono maggiore autonomia ma, soprattutto, chiedono di trattenere al nord le risorse economiche. Si tratta di referendum con esclusivo valore consultivo, che però sembrano puntare al cuore della coesione nazionale, mettendo ancora una volta i ricchi contro i poveri”. Lo dichiarano Pierpaolo Vargiu, deputato dei Riformatori Liberali nel gruppo Direzione Italia e Roberto Frongia, Presidente del Comitato Referendario sardo.

“Non si può negare che la Padania abbia le sue ragioni -continuano Vargiu e Frongia- per cui la risposta non può certo essere la difesa dello status quo: il sistema della redistribuzione delle risorse va ripensato, non più per garantire assistenza, ma per tutelare pari opportunità che aiutino la competizione con analoghi punti di partenza!”

“E’ la risposta scelta dalla Sardegna -sottolineano i promotori del referendum isolano-: in contemporanea con la campagna elettorale padana, un comitato referendario, promosso dai Riformatori Liberali, a cui aderiscono esponenti politici di tutti i partiti, sta raccogliendo le firme per un referendum sardo, che preveda l’inserimento del principio di insularità nella Costituzione Italiana”.

“Per la Sardegna, questa sarebbe una vera rivoluzione copernicana -concludono Pierpaolo Vargiu e Roberto Frongia: il Comitato referendario è infatti convinto che sia terminata la stagione dell’assistenzialismo e delle elemosine di Stato. In nome della coesione nazionale, i sardi chiedono invece di avere le compensazioni infrastrutturali (trasporti, energia, reti tecnologiche, alta formazione, sanità, fiscalità di vantaggio), legate allo svantaggio dell’insularità, che consentano diritti di cittadinanza e punti di partenza uguali al resto d’Italia. I sardi chiedono cioè le precondizioni per dimostrare quanto vale ciascuna regione italiana, senza che ci siano corse ad handicap”.