Biotestamento slitta. Relatrice: cerco mediazione, no ribaltoni

Esame testo Camera al Senato rinviato a martedì. Manca parere commissioni Affari costituzionali

SET 21, 2017 -

Roma, 21 set. (askanews) – Slitta in commissione Sanità del Senato l’esame del ddl sul biotestamento o per meglio dire sulle Dat, disposizioni anticipate di trattamento. Oggi avrebbe dovuto essere il D-day per il provvedimento, in cui si sarebbe dovuto verificare la possibilità di poter proseguire l’esame in commissione Sanità oppure, stante la mole poderosissima di emendamenti (circa 3 mila), decretare l’impossibilità di arrivare all’esame dell’aula con un relatore, portanto quindi tutti i testi (e tutte le distanze di posizioni politiche irrisolte) in assemblea.

A spostare, sia pure di pochi giorni la questione (fino a martedì mattina, quando il parere della prima commissione dovrebbe essere pronto), è stata la mancanza del parere della commissione Affari costituzionali sul provvedimento, che di fatto ha imposto uno stop ai lavori. Ma anche concesso ancora un po’ di spazio alla ricerca di mediazione da parte della presidente della commissione, Emilia De Biasi del Pd, che è anche relatrice del testo. Una mediazione difficile, che tenta soprattutto al superamento della valanga di emendamenti presentati dalle parti e alla formazione di una maggioranza in assemblea che consenta di andare avanti nei lavori. La maggioranza di governo non può infatti contare sull’appoggio di tutte le sue componenti, a cominciare da quella di Ap, che ha firmato gran parte delle proposte di modifica, alle quali si aggiungono numerosissime anche quelle a firma Lega Nord e Forza Italia.

E’ proprio nella scalfitura di questo blocco che potrebbe trovarsi lo spazio per una mediazione che porti a modificare il testo, almeno quanto basta per poter assicurarsi il ritiro di gran parte di emendamenti e l’appoggio del voto in commissione. La relatrice De Biasi è pronta a questa scommessa e si è dichiarata disponibile a modificare il testo del provvedimento, anche se non a costo di stravolgerne lo spirito. Sì dunque a “piccoli correttivi”, che non “snaturino il ddl”. Tra questi potrebbe esserci l’apertura all’istituzione di un Registro nazionale (non più regionale) delle Dat e anche una modifica da “disposizioni anticipate di trattamento” a “dichiarazioni anticipate di trattamento”, una formula quest’ultima ritenuta più stemperata.