Le polemiche sul maxiconcorso nella pubblica amministrazione

Cgia: prima pagare i debiti

SET 17, 2017 -

Roma, 17 set. (askanews) – A pochi mesi dalle elezioni politiche spunta l’ipotesi di un maxiconcorso nella Pubblica amministrazione, che servirebbe gestire circa mezzo milione di assunzioni, l’equivalente del numero di pensionamenti attesi nella stessa Pa sui prossimo 4 anni. A evocare questo percorso è stato il sottosegretario al ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti. Intervenendo sulla questione durante la Festa dell’Unità, venerdì sera, Rughetti, eletto nelle liste del Pd, ha parlato anche di come si presenti una “occasione straordinaria” per far entrare i giovani. Giovani che del resto rappresentano uno dei temi su cui maggiormente insiste l’esecutivo nella preparazione della sua legge di bilancio 2018.

Proprio oggi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha assicurato che si cercherà sfruttare al massimo i margini aperti dalla maggiore crescita. E che le “poche misure possibili” riguarderanno il lavoro, i giovani, appunto, e l’innovazione nell’impresa. Ieri al termine dell’Ecofin il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva ribadito che “le misure a favore dei giovani sono una delle priorità del governo”. Si guarda quindi a come governare questo gigantesco turn over di circa 500 posti, che si renderebbeo vacanti sul prossimo qadriennio. Ma quasi subito sono iniziate anche le polemiche. “Si evidenzia ora ancor più, con l’annuncio di un maxi concorso per l’accesso alle Pubbliche Amministrazioni, la assenza di un approccio ‘industriale’ ai processi di riforma. Le nuove tecnologie digitali, che hanno già trasformato un terziario simile come banche e assicurazione, avrebbero dovuto indurre il ripensamento delle funzioni pubbliche e della loro organizzazione”, lamenta il presidente della Commissione lavoro del Senato e ex ministro, Maurizio Sacconi.

“Il reclutamento non può limitarsi quindi alla sostituzione di alcune figure obsolete con altre più moderne ma dovrebbe corrispondere alla riduzione qualitativa del peso dello Stato – ha aggiunto Sacconi – affinché il meno generi il più per l’economia e la società. Meno lavoratori, meglio qualificati e meglio retribuiti potrebbero garantire finalmente un new government”. Anche più dura la replica della Cgia di Mestre. “Prima di dar luogo a nuovi assunzioni – ha dichiarato il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – la Pubblica amministrazione azzeri i debiti commerciali contratti con le aziende fornitrici che, secondo le stime della Banca d’Italia, ammontano a 64 miliardi di euro, di cui 34 ascrivibili ai ritardi nei pagamenti”. Una “piaga”, quella dei mancati pagamenti, che secondo la Cgia continua a mettere in difficoltà moltissime imprese private soprattutto di piccola dimensione. E che andrebbe risolta prima di pensare a nuove assunzioni.

Voz/Int2