Verso Di Maio day a Rimini,se vince web-primarie sarà il capo M5s

Indagati ammessi, polemiche dal Pd. La replica: c'è il codice etico

SET 15, 2017 -

Roma, 15 set. (askanews) – Molti sondaggi recenti lo danno leggermente in testa nelle preferenze degli elettori, ma non abbastanza, a leggi elettorali invariate, per garantirsi la possibilità di governare da soli nella prossima legislatura. E’ il Movimento 5 stelle, che nel prossimo weekend alla kermesse riminese Italia 5 stelle annuncerà il nome del suo candidato premier. Si sapeva già che avrà la facoltà di comporre la lista dei ministri (assistito da Beppe Grillo e Davide Casaleggio che ci stanno lavorando da un po), non si sapeva che il prescelto – mediante voto on line degli iscritti sula piattaforma Rousseau – sarà anche il capo politico del movimento. A Grillo resterà il potere, non indifferente, del garante. A stabilirlo, le regole pubblicate oggi sul blog del comico genovese, che fissano a lunedì prossimo, 18 settembre, la scadenza per la presentazione delle candidature degli aspiranti premier. Non sono ancora state rese note invece la tipologia della votazione né la data o le date in cui si svolgerà.

L’abbinata candidato premier-capo politico rappresenta una svolta politica storica: finora a detenere quel titolo formale era stata la figura simbolo del movimento, il fondatore, l’animatore delle folle. Da domenica prossima, a conclusione della votazione on line, sarà (salvo sorprese) Luigi Di Maio, un leader riconosciuto, certo, ma di parte: un politico contro il quale non sono mancate le polemiche, in pubblico e nel chiuso dei palazzi parlamentari e delle riunioni dei meetup locali. Per il suo profilo considerato troppo “moderato” da alcuni, per la copertura politica offerta da Di Maio alla sindaca di Roma Virginia Raggi, che ha messo a volte in imbarazzo tutto il movimento con le sue difficoltà politiche, amministrative e anche giudiziarie.

Gli avversari del M5S polemizzano sulla procedura prevista per gli indagati, cui “verrà richiesto un certificato rilasciato ai sensi dell’art. 335 del codice di procedura penale, nonché i documenti relativi ai fatti contestati ed una breve relazione illustrativa dei fatti con autorizzazione espressa alla pubblicazione di tali atti nell’ambito dello spazio riservato a ciascun candidato”. In realtà le vecchie regole per le candidature escludevano solo i condannati, e quando sono arrivate le prime indagini sugli amministratori locali a 5 stelle, è stata prevista nel codice etico interno una procedura oper le eventuali sospensioni o espulsioni, nelle mani dei Probiviri e del garante nazionale. “Non c’è nessuna nuova regola”, tuona il blog replicando agli esponenti del Pd che parlano di regole “ad Di Maium”.

Di Maio a parte, ci saranno degli altri aspiranti premier M5S? Fino a lunedì, i due potenziali rivali di Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico, hanno tempo per sciogliere la riserva. Se non dovessero farcela loro a sfidare il deputato campano, toccherà a figure minori, che paradossalmente rischiano di esporre il movimento al ridicolo di una consultazione “bulgara”, dal momento che si può proporre alla corsa per la premiership chiunque abbia svolto almeno un mandato nel M5S anche in un consiglio circoscrizionale, purché non mai iscritto ad altri partiti. La soluzione, della quale si è parlato per mesi, potrebbe essere la candidatura di una donna. Ma Roberta Lombardi, una delle papabili, ha non a caso annunciato oggi stesso di voler correre per la presidenza della Regione Lazio.