La tragedia della Marcia su Roma (quella vera)

Polemiche sull'iniziativa di Forza Nuova per il 28 ottobre

SET 7, 2017 -

Roma, 7 set. (askanews) – “La #MarciaSuRoma non può e non deve ripetersi”: così ha scritto su Twitter la sindaca della capitale, Virginia Raggi, esprimendo la sua avversione alla manifestazione convocata da Forza Nuova per il prossimo 28 ottobre, 95esimo anniversario dell’atto eversivo che nel 1922 portò il fascismo al potere. Anche il Pd e altri partiti di sinistra hanno chiesto che venga negata l’autorizzazione all’iniziativa del gruppo di estrema destra, che se avrà luogo confermerà il detto per cui la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.

La marcia su Roma del 28 ottobre 1922 fu infatti una vera tragedia per il paese, con l’ascesa di un partito armato – il Partito nazionale fascista – il cui capo, Benito Mussolini, dichiarava esplicitamente che, una volta al potere, avrebbe soppresso la democrazia negando la libertà a chiunque si fosse opposto al suo predominio.

Preparata nelle settimane precedenti, l’insurrezione fascista fu attuata in molte città dell’Italia settentrionale e centrale con l’occupazione di edifici governativi, poste e stazioni ferroviarie. Vi furono violenze, morti e assalti ai giornali antifascisti. Nella notte tra il 27 e il 28 ottobre gli squadristi iniziarono ad affluire a Roma. Alle cinque del mattino del 28 il presidente del Consiglio, Luigi Facta, decise di proclamare lo stato d’assedio, ma il re rifiutò di firmare il decreto.

Dimessosi Facta, l’incarico di formare il nuovo governo fu dunque affidato ad Antonio Salandra, e si delineò l’ipotesi di un governo Salandra-Mussolini, ma questa ipotesi non era gradita al quadriumvirato che reggeva il PNF, per il quale la “sola soluzione politica accettabile” era un governo Mussolini.

Nelle stesse ore i fascisti occupavano Roma, attuando la loro marcia armata all’interno della città. Il 29, mentre la manovra eversiva si allargava ad altre città del Paese, Vittorio Emanuele III affidò l’incarico a Mussolini. Questi, partito in vagone letto da Milano la sera stessa, giunse a Roma il 30 mattina per ricevere formalmente l’incarico.

Con la formazione del suo governo – di cui facevano parte, con i fascisti, esponenti liberali, popolari, democratici e nazionalisti – iniziava il lungo ventennio della dittatura fascista.

Int9