Il futuro degli 800 rifugiati sgomberati a piazza Indipendenza a Roma

"Dal Comune sempre le stesse promesse"

AGO 21, 2017 -

Roma, 21 ago. (askanews) – Il futuro degli oltre 800 rifugiati sgomberati dal palazzo dell’ex Ispra di piazza Indipendenza preoccupa i volontari che li assistono in strada, nella difficoltà di queste ore. I gesuiti del centro Astalli, poi ong come Intersos e Msf, i volontari di Baobab Experience: sono decine gli operatori e i semplici cittadini che dalla mattina dell’intervento delle forze dell’ordine offrono a donne, uomini e bambini ritrovatisi all’improvviso in strada, aiuto concreto e sostegno. “Il Comune si è visto quasi niente fino a oggi – racconta all’Askanews Sonia Manzi di Baobab Experience -. Due sporadici passaggi della Sala di intervento sociale, poi, oggi, arrivano le solite promesse”.

Secondo i volontari “in queste ore si vive il replay degli sgomberi di via Cupa e della stazione Tiburtina: si annunciano tavoli, si raccolgono dati, ma le strutture ricettive della città sono piene, non ci sono risorse ne posti per i duecento che sosteniamo noi da mesi, figuriamoci per questi. Speriamo che i fatti ci smentiscano ma la paura in tutti c’è ed è molto concreta”, continua Sonia. Delle ottocento persone che stavano nello stabile di p.za Indipendenza, molte hanno già fatto da se: “si sono ridistribuite nelle altre occupazioni – continua Sonia -. Ci preoccupano i più deboli: stanotte ho trovato donne anziane dormire in strada e senza le proprie cose visto, che sono stati fatti uscire tutti di corsa senza poter prendere nulla che non fosse sotto mano”.

La rete d’accoglienza romana, inoltre, ha un problema organizzativo specifico: “non esistono in città le strutture per famiglie – sottolinea Sonia – quindi non è vero che i rifugiati rifiutano l’aiuto pubblico, come pure viene detto in queste ore. Molte donne vengono messe di fronte alla scelta di migrare ancora, o di separarsi dai loro uomini per dare un tetto ai figli. Una scelta non solo inumana ma illogica – conclude – visto che lascia in strada, nella migliore delle ipotesi, centinaia di uomini aventi diritto, e nella peggiore, anche le loro mogli e i figli se non accettano di dividersi”.

Sis/Int2