Repetti (Misto): stupefacente il Corriere su Consip

Il quotidiano riferisce che l'appalto potrebbe essere stato truccato

AGO 6, 2017 -

Roma, 6 ago. (askanews) – L’appalto Consip da 2,7 miliardi di euro per la gestione dei servizi nella pubblica amministrazione potrebbe essere stato truccato. Lo riferisce oggi il corriere della Sera, facendo riferimento al sospetto di un “accordo di cartello” fra tre imprese concorrenti per spartirsi i lotti principali escludendo così le altre aziende. Quattro mesi dopo l’avvio dell’istruttoria, aggiunge il Corriere, sarebbe questa la conclusione contenuta nella relazione dell’Anac, l’autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone.

Il dossier, sottolinea il quotidiano, è stato trasmesso alla Procura di Roma, titolare dell’inchiesta che ha fatto finire in carcere l’imprenditore Alfredo Romeo per corruzione, mentre Tiziano Renzi e il suo amico Carlo Russo – si aggiunge – sono indagati per traffico di influenze illecite; nell’ambito della stessa indagine – ricorda ancora il Corriere – sono coinvolti anche il ministro Luca Lotti, il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette e il generale Emanuele Saltalamacchia, inquisiti per la fuga di notizie che mise sull’avviso i vertici Consip degli accertamenti della magistratura.

“Sono a dir poco stupita, oltre che amareggiata, nel leggere oggi il titolo in prima pagina del Corriere della Sera, in cui si evoca ancora una volta il nome di Tiziano Renzi in relazione a un altro filone dell’inchiesta su Consip, senza che peraltro nelle pagine interne del pezzo ci sia una sola parola che spieghi quel titolo”, commenta la senatrice Manuela Tepetti, del gruppo Misto. “È un brutto esempio di giornalismo quello che offre oggi il Corriere della Sera. Anzi, una pessima pagina di giornalismo, dopo che da tutta la vicenda Consip è emerso che Tiziano Renzi è stato in realtà vittima di un depistaggio con prove false costruite ad arte per incastrarlo e, ovviamente, colpire il figlio, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Un fatto gravissimo che non dovrebbe essere affatto dimenticato nè tantomeno offuscato da maldestri titoli giornalistici”, conclude Repetti.