Gentiloni: abbiamo occasione per rilancio Ue,non è tempo di relax

Discorso ultra europeista del premier ai funzionari Ue a Bruxelles all'indomani del Consiglio "macroniano" unanime

GIU 23, 2017 -

Bruxelles, 23 giu. (askanews) – L’inversione di tendenza che si registra oggi, anche a causa della Brexit, con il ritorno dell’opinione pubblica all’adesione al progetto europeo, non deve portare al compiacimento, a rilassarsi pensando che tutto vada bene com’è, ma deve essere invece l’occasione per spingere in avanti la costruzione europea colmandone le lacune e correggendone gli errori. E’ quanto ha affermato, in sostanza, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nel suo discorso alla prima riunione degli “Stati generali degli italiani nelle istituzioni europee”, nell’auditorium del Palazzo delle Belle Arti (Bozar) oggi a Bruxelles, prima di recarsi al Consiglio europeo per la seconda giornata del vertice iniziato ieri.

“E’ una giornata speciale perché il 23 giugno – ha ricordato Gentiloni – è il giorno del referendum britannico. Esattamente un anno fa, con il risultato di quel referendum l’Europa ha vissuto forse il momento simbolicamente più difficile della costruzione europea. E lo era. Ricordiamo quelle settimane difficili: quel segnale fu vissuto come un momento molto pericoloso per l’Unione europea. Per la prima volta uno Stato membro decideva di uscire dall’Ue, e che Stato membro: un paese dall’europeismo forse riluttante, ma con una storia, una cultura, un’economia assolutamente straordinarie”. “All’epoca – ha continuato il presidente del Consiglio – la Brexit sembrò un annuncio quasi da titoli di coda per il progetto europeo; furono coniate altre formule, con il suffisso ‘exit’, si immaginò che la combinazione con la crisi migratoria e le altre crisi portasse all’ascesa delle posizioni nell’opinione pubblica esplicitamente contro l’Unione europea”. Ma oggi, “a un anno di distanza, con sollievo possiamo dire che le cose non sono andate così: quel progetto europeo che sembrava infrangersi, come altre volte nei suoi 60 anni di storia, ancora una volta ha dimostrato di essere forte, consistente, lungimirante più di quanto molti pensassero e prevedessero”.

“Ho detto l’altro giorno al Parlamento italiano che il referendum non è stata la campana a morte, ma una sonora sveglia per l’Unione europea, e poi alla Brexit si sono associate alcune posizioni annunciate dagli Usa che hanno ridato spazio ed energia al ruolo geopolitico dell’Ue. E non è casuale – ha osservato Gentiloni – che l’immagine del progetto europeo che va avanti nonostante le difficoltà si sia manifestata proprio a Roma in occasione dei 60 anni di Trattato Cee”.

A Roma, ha ricordato il premier, “si respirava un clima di collaborazione tra Stati membri, che è stato un successo non per l’Italia la per l’Europa. L’Italia mostra ancora a volta di poter dare un contributo per l’Europa. E sarà merito della sua diplomazia, della sua storia, della convergenza delle sue forze politiche per l’Europa. Una spinta propulsiva al progetto europeo di cui possiamo essere orgogliosi”.

Ma, ha avvertito Gentiloni, “ora non dobbiamo passare a una fase di euforia acritica. Perché senza dubbio l’Europa ha ritrovato la sua forza di fronte a qualche vuoto geopolitico a qualche scommessa globale giusta e impegnativa, come sul cambiamento climatico, oltre alle ragioni storiche, come ci ha ricordato la scomparsa del grande cancelliere tedesco Helmuth Kohl, che ha consentito a tutti di riflettere su significato profondo dell’Unione europea, di quella stretta di mano interminabile con Mitterrand al cimitero di Verdun, della riunificazione della Germania e dell’Europa. Un progetto per il quale vale la pena, per classe dirigente e amministrativa, spendere la propria vita”.

“L’esigenza oggi – ha sottolineato il premier – è quella di adeguare il proprio progetto, di andare avanti. Trarre dal fatto che il contagio non si è allargato le conseguenze che le cose oggi vanno bene così sarebbe un grave errore, come quello che aveva fatto chi pensava che un anno la Brexit suonasse la campana a morto per l’Europa”.

“Bisogna – ha spiegato il presidente del Consiglio – cogliere in positivo le occasioni, compresi i risultati elettorali come quello in Francia, per promuovere politiche economiche che accompagnino la crescita, che va incoraggiata e non depressa, per completare l’Unione economica e monetaria, con ruolo fondamentale che deve svolgere in questo il Parlamento europeo, per politiche migratorie che siano davvero comuni, perché non possono essere lasciate sulle spalle dei paesi di prima linea, ma vanno condivise dall’insieme di paesi europei, per l’inclusione sociale”.

Insomma, ha concluso Gentiloni, “non è il momento del relax; è il momento di approfittare per prendere in mano tutti insieme questo progetto e riportarlo in avanti. Adesso abbiamo l’occasione per farlo. Se non lo faremo avremo delle responsabilità storiche”.