Migranti-Ong, caso Zuccaro al Csm. Di Maio: è vegognoso

Il procuratore di Catania insiste: c'è un gravissimo fenomeno criminale

APR 28, 2017 -

Roma, 28 apr. (askanews) – “Sulle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catania Zuccaro comunico che, dopo aver sentito i capi di Corte e il presidente della Prima Commissione consiliare, avv. Giuseppe Fanfani, sottoporrò il caso all’esame del Comitato di Presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio, fermo restando che, come é noto, spetta al ministro della Giustizia ed al procuratore generale della Cassazione di valutare se sussistono o meno i presupposti per l’esercizio dell’azione disciplinare”. Lo ha detto il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, interpellato in merito alla vicenda delle polemiche scaturite dalle dichiarazioni di Zuccaro sul ruolo delle Ong nelle operazioni di savaltaggio dei migranti nel Mediterraneo.

Commentando le parole di Legnini, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5s) su Twitter ha scritto: “Vergognoso! Un procuratore lancia allarme sui contatti tra scafisti e alcune Ong e il Csm indaga su di lui. Va sostenuto”.

Intanto, in una intervista al quotidiano “La Repubblica”, il procuratore di Catania, Zuccaro, in merito alla polemica scatenata ieri dalle sue dichiarazioni sul ruolo delle Ong nei salvataggi in mare dei migranti, ha detto: “È giusto che un magistrato parli con gli atti giudiziari e naturalmente lo farò quando e se sarò in grado di formulare imputazioni nei confronti di singoli. Ma adesso, da magistrato, ho il preciso dovere di denunciare un gravissimo fenomeno criminale, per arginare il quale la politica deve intervenire tempestivamente”.

“Se si dovessero aspettare i tempi lunghi di un’indagine che sarà complessa e per la quale ho bisogno di uomini e mezzi di cui al momento non dispongo – prosegue Zuccaro – sarebbe troppo tardi. E a ragione, tra qualche tempo, mi si potrebbe rimproverare: ma dov’eri tu mentre succedeva tutto questo? Accadde così anche vent’anni fa quando i colleghi che si occupavano di mafia denunciarono il fenomeno delle collusioni ben prima di avere le prove su singoli soggetti”.

Quanto alle prove che confermerebbero le sue teorie, il procuratore precisa: “Spero di chiarire una volta per tutte.

Quando io parlo di prove intendo prove giudiziarie, da poter portare in un dibattimento. Queste prove non le ho ma la certezza, che mi viene da fonti di conoscenza reale ma non utilizzabile processualmente, che alcune delle navi operano all’interno delle acque territoriali, che vi siano state delle conversazioni dirette, in lingua araba, tra soggetti che stanno sulla terraferma in Libia ed esponenti delle Ong che dichiarano di essere lì pronti a recuperare i migranti, che le navi spengono i trasponder perché non venga individuata la loro posizione, che prendano a bordo migliaia di persone ben prima che si verifichi una situazione di pericolo. E dunque fuori dalle norme di legge”.

Sul caso è intervenuto anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Intervistato da Rai News, Orlando ha detto che “l’importante ora è che attraverso i processi si arrivi a sconfiggere queste eventuali collisioni così come accaduto sulla mafia. Se ci sono le prove bisogna punire, oltre che denunciare”.

Orlando ha anche ammesso che c’è il rischio che si faccia di tutta l’erba un fascio circa le Ong e “infatti – ha sottolineato – va detto tutte le volte che non si può generalizzare. Le Ong hanno svolto un ruolo fondamentale in questi anni e non si deve svilire o offendere il lavoro che tante persone hanno dedicato a chi ne ha bisogno”.

Int9