Parisi: mai una lista unica con chi vuole uscire dall’euro

"Punto al 10%, Forza Italia ha perso 20 punti"

MAR 31, 2017 -

Roma, 31 mar. (askanews) – “Una lista unica con chi vuole uscire dall’euro non la farò mai. Sarebbe un errore gravissimo, porterebbe solo un impoverimento degli italiani, segnerebbe il ritorno alla flessibilità del cambio che serve a non affrontare i problemi dell’economia reale”. Lo ha detto Stefano Parisi, promotore di Energie per l’Italia, che ha spiegato in una intervista a Repubblica il tramonto della sua breve missione di “federatore” del centrodestra e il suo rapporto con Silvio Berlusconi. Il suo nuovo movimento, ha sottolineato, punta al “10 per cento. Forza Italia ha perso 20 punti. Poi vedremo. Sicuramente l’obiettivo è ambizioso. Non vogliamo soltanto scavalcare il 3 per cento per avere due ministri nel prossimo governo. Vede, nel centrodestra ci si muove secondo questo schema: come gestire la fase finale di una stagione iniziata nel ’94. Mentre per me conta avviare una nuova epoca che dura altri 20-30 anni”.

La sua sarà “un’area liberal-popolare che non si rifà né a Le Pen né a Trump. Mettiamo al centro sviluppo e sicurezza. Bisogna aggredire spesa pubblica e debito. Togliere la burocrazia, abbassare le tasse partendo da casa e imprese. La crescita la fanno gli investimenti privati e non l’assunzione di 80 mila dipendenti pubblici come pensano Renzi e Gentiloni. E non lo dico per andare contro l’amministrazione pubblica ma per renderla più efficiente”. Vi presentate alle amministrative? “No – ha replicato parisi – perché c’è il maggioritario. Appoggeremo il centrodestra”, mentre alle politiche “andremo da soli” con “Energie per l’Italia. Finalmente, grazie al proporzionale, c’è lo spazio per dare una casa a chi non ce l’ha più. Il successo dei 5stelle dipende solo dal disprezzo per la politica, per le forze tradizionali che non hanno risolto un solo problema di un Paese in gravissima crisi. Così nascono i successi di Raggi e Appendino. A Milano, dove i partiti sono riusciti ad esprimere due proposte di qualità, Grillo ha preso il 10 per cento”.

Quanto al centrodestra esistente, “Forza Italia – ha osservato l’ex candidato sindaco a Milano – finora non è stata in grado di rigenerarsi. Ha evitato un dibattito politico di qualità che è l’unico modo per avere nuove idee e nuovi leader. D’altro canto non poteva che andare così. Prendiamo il Veneto. Il disastro di Fi ha portato, in alcune zone, la Lega al 65 per cento. Ma il Veneto non è leghista in queste proporzioni. Perciò dico che il potenziale di una forza liberale e popolare è molto significativo”.