Proteste alla Camera sui vitalizi, sospesi 42 deputati M5s

Fino a 15 giorni. Per alcuni doppia sanzione, si arriva a 27 sedute

MAR 30, 2017 -

Roma, 30 mar. (askanews) – L’ufficio di presidenza della Camera ha deliberato le sanzioni per le proteste inscenate il 22 marzo scorso dai deputati del M5S dopo la decisione sui vitalizi degli ex deputati. A 42 deputati sono state irrogate sospensioni fra un minimo di 5 e un massimo di 15 giorni, quest’ultima pena per chi ha tentato di fare irruzione nella riunione dell’ufficio di presidenza dedicata appunto al trattamento pensionistico dei parlamentari.

Le pene decise dall’ufficio di presidenza della Camera (con l’astensione di Riccardo Fraccaro, unico rappresentante del M5S presente alla riunione) si riferiscono a due episodi diversi. La protesta in aula contro la scelta di accantonare le proposte del gruppo stellato in materia di pensioni dei parlamentari è stata punita con 10 giorni di sospensione per i 29 deputati che hanno esposto cartelli di protesta rimanendo nei loro banchi, 12 giorni per i 4 che si sono avvicinati ai banchi della presidenza. La protesta nel corridoio antistante l’ufficio di presidenza al primo piano di palazzo Montecitorio costerà cinque giorni di sospensione ai 17 deputati rimasti in corridoio, 15 giorni ai 19 che invece hanno tentato di fare irruzione (riuscita, secondo la ricostruzione dei deputati questori, al solo Massimo De Rosa) nella sala dove era in corso la riunione di presidenza. Siccome in molti casi i deputati sanzionati per l’aula sono gli stessi puniti per la protesta in corridoio, le pene si sommano (fino ad un massimo di ventisette giorni di sospensione) ma il numero complessivo colpito dalle sanzioni è di 42 deputati.

Le sanzioni per i disordini in aula sono state rese più pesanti, fanno sapere dalla Camera, a causa del fatto che la seduta interrotta dalle proteste si svolgeva in diretta tv perché dedicata al question time col governo. Per l’ufficio di presidenza l’episodio del 22 marzo “rappresenta un fatto senza precedenti e di gravità assoluta, costituendo un serio attentato per il libero dispiegarsi del confronto e per la funzionalità delle istituzioni”. Episodio, si legge ancora nella relazione dei questori approvata oggi, “reso ancora più grave dalle modalità aggressive con le quali è stato realizzato” che hanno costretto quattro assistenti parlamentari che avevano resistito all’irruzione a fare ricorso alle cure dell’infermeria di Montecitorio.

Unica concessione fatta dall’ufficio di presidenza della Camera ai reprobi, le sospensioni, che verranno scontate a tre scaglioni da 14 deputati l’uno per non sguarnire troppo il principale gruppo di opposizione, avranno inizio dopo il ritorno del biotestamento in aula, il 4 aprile prossimo. Il primo scaglione non potrà partecipare ai lavori a partire dal 6 aprile, il secondo dal 17 maggio, il terzo dal 22 giugno.

Subito dopo la decisione, il M5s ha inscenato un flash-mob davanti a Montecitorio contro le sospensioni a carico dei deputati. Gli esponenti M5s hanno protestato mostrando le foto dei membri dell’ufficio di presidenza della Camera. “Le sospensioni che ci hanno dato – ha scritto su Twitter Danilo Toninelli – non ci fanno arretrare di un mm. Lotteremo ancora di più per abolire i vitalizi. #SiFreganoLaPensione”.