Trattati Ue, Boldrini:il 60mo rappresenti l’avvio del cambiamento

Brexit evento doloroso ma reagire riprendendo cammino europeo

MAR 22, 2017 -

Roma, 22 mar. (askanews) – “Il 60° anniversario dei Trattati di Roma deve rappresentare l’avvio di un cambiamento: la nostra reazione deve partire innanzitutto dalla consapevolezza di che cosa ha rappresentato in questi decenni l’integrazione europea e dei benefici raggiunti grazie ad essa”. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, nell’aula di Montecitorio durante la celebrazione parlamentare del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma, che ricorre il 25 marzo.

“Iniziative come quella odierna, così come la Conferenza parlamentare che si è tenuta il 17 marzo scorso – ha proseguito Boldrini – rappresentano un giusto omaggio verso un evento che ha segnato una svolta epocale nella storia contemporanea. Il 25 Marzo del 1957, a due passi da qui, nella Sala degli Orazi e Curiazi del Campidoglio, l’Europa cessava di essere soltanto una dimensione geografica e un bacino di storia e di cultura ma cominciava a definirsi una ‘comunità’, uno spazio per condividere non solo interessi ma principi e valori. E tutte le ricostruzioni storiche ci dicono che i principali protagonisti del percorso che condusse a quella grande svolta – penso ad Adenauer, a De Gasperi, a Schumann -, avevano piena consapevolezza del fatto che l’obiettivo finale di questa comunità, che nasceva economica, sarebbe stato quello dell’integrazione politica”.

“Da allora – ha ricordato Boldrini – si è fatto un lungo e importante cammino. Traguardi raggiunti, e anche battute d’arresto” ma “dalle cadute, dalle sconfitte ci si è sempre ripresi. La storia del processo di integrazione europea è caratterizzata da ‘stop and go’: in questo tempo più recente abbiamo registrato un evento negativo: un Paese importante come la Gran Bretagna ha deciso, con un referendum, di lasciare l’Unione Europea e sta per attivare la procedura di recesso prevista nel trattato di Lisbona. Una scelta dolorosa che dobbiamo però considerare non come il tramonto del progetto europeista, ma come un’altra battuta d’arresto rispetto a cui dobbiamo reagire. E reagire riprendendo con coraggio e convinzione quel cammino. Perché tutte le crisi, anche questa, sono soprattutto occasioni di cambiamento”.