Nel Pd braccio di ferro su data primarie, Orlando in campo

"Sono utile a partito".In corsa anche una donna: Carlotta Salerno

FEB 23, 2017 -

Roma, 23 feb. (askanews) – Mentre la commissione per il congresso lavora agli ultimi ritocchi al regolamento e discute sulla data delle primarie, si delinea la corsa alla segreteria Pd con due nuovi candidati in campo: dopo Matteo Renzi e Michele Emiliano oggi è sceso ufficialmente in campo il ministro della Giustizia Andrea Orlando e a sorpresa è entrata in “gara” una donna, Carlotta Salerno, segretario cittadino a Torino dei Moderati, partito fondato da Giacomo Portas e alleato del Pd.

Domani alle 16 è stata convocata la direzione Dem, che dovrà dare il via libera a regolamento e tempistica delle primarie. Oggi si è riunita la commissione per il congresso, trovando, spiega una fonte interna, un “sostanziale accordo” sulle regole. La discussione, invece, non è approdata ancora ad un accordo sulla data. I renziani, secondo quanto si apprende, avrebbero proposto il 9 aprile, ma, ha spiegato il vice segretario e presidente dell’organismo Lorenzo Guerini in una nota, non ci sono “decisioni già assunte”. Dopo la riunione della commissione, aggiornata a domani mattina alle 9, si sono riuniti i rappresentati dei candidati “per provare a trovare un’intesa”, spiega la fonte. Alla fine il ‘punto di caduta’ potrebbe essere quello del 23 aprile, spiega un deputato renziano, anche se c’è il problema del ponte, che peraltro si verificherebbe anche nel week end successivo. Invece la data del 7 maggio “è troppo distante”.

Intanto oggi alle candidature di Matteo Renzi e Michele Emiliano si è aggiunta quella, annunciata, del ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Ero indeciso – ha detto al circolo Pd Marconi di Roma – ho riflettuto fino all’ultimo momento se fosse utile la mia candidatura. Poi mi sono risposto che sì, era utile”. Orlando ha sottolineato che la “casa” del Pd “da tempo ha iniziato a scricchiolare, avremmo dovuto riflettere prima sull’acqua che entrava dal tetto e sulle fondamenta che iniziavano a muoversi, non lo abbiamo fatto e dobbiamo farlo finché non è troppo tardi”.

L’obiettivo è quello di ripartire dal “nostro popolo”: “Bisogna con pazienza e con fatica tornare al popolo perché il popolo senza politica è preda dei populismi, ma la politica senza il popolo è impotente”. Orlando, che terrà la sua conferenza programmatica a Napoli, assicura di poter arrivare primo e di voler essere non “il capo della mia corrente, ma il segretario del Pd” per “rifare tutto il centrosinistra”. E per questo lancia un messaggio agli scissionisti: “Il Pd ha molti limiti ma è l’unico in grado di vincere contro la destra. Anche a chi va via dico: facciamola insieme questa battaglia”.

Nel giorno della candidatura di Orlando, a sorpresa è arrivata anche la prima concorrente femminile. “E’ stato Portas – ha spiegato la Salerno – a pensarci. Me ne ha parlato e poi mi ha chiesto: se proponessimo il tuo nome in questo dibattito, anche per dare importanza ai nomi femminili, al momento assenti tra i nomi dei candidati? E io ho risposto sì. Mi candido e lo faccio per vincere”.

L’aumento dei candidati in campo, peraltro, potrebbe rendere di fatto nullo il risultato delle primarie aperte. Se sarà mantenuto infatti su questo punto il regolamento 2013, per essere eletto direttamente segretario un candidato dovrà ottenere il 50% dei voti più uno. Altrimenti sarà l’assemblea a scegliere tra i primi due candidati.

Intanto prosegue il viaggio in California di Matteo Renzi. Un viaggio “politico”, ha detto in un colloquio con “La Stampa”, perché “dopo il referendum sembra che si sia tutto bloccato si torna al proporzionale, si torna alle scissioni, si torna alle esperienze che vengono dal passato”. E negli Usa l’ex premier e segretario cerca “di ossigenare il cervello” nella convinzione che “la risposta al populismo potrebbe stare nella crescita favorita dall’innovazione”. Le idee che trarrà dagli incontri in America dovranno poi sfociare nel programma del Lingotto, su cui è già al lavoro Tommaso Nannicini.