Firme false M5s, anche Di Vita si avvale facoltà non rispondere

La parlamentare indagata 10 minuti dai magistrati di Palermo

DIC 1, 2016 -

Palermo, 1 dic. (askanews) – E’ durato una decina di minuti al tribunale di Palermo l’incontro tra il procuratore aggiunto Dino Petralia e la deputata del Movimento 5 Stelle, attualmente sospeso, Giulia Di Vita. Di Vita, accompagnata dall’avvocato, Antonina Pipitone, è entrata nella stanza dei magistrati alle 15,40, uscendono poco dopo. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere, così come fatto in precedenza dagli altri indagati nell’inchiesta sulle firme false presentate dal Movimento 5 Stelle alle comunali di Palermo del 2012.

Dopo Giulia Di Vita, ad entrare nella stanza del magistrato è stato Riccardo Ricciardi, marito dell’altro deputato pentastellato Loredana Lupo. Anche Ricciardi non ha risposto alle domande degli inquirenti, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Sia Di Vita che Ricciardi, inoltre, si sono rifiutati di fare il saggio calligrafico.

Uscita dalla stanza del magistrato, Di Vita ha dribblato le domande dei cronisti. E a chi le ha chiesto un commento ha risposto: “Chi vivrà vedrà”.