Mattarella: giovani criminali in carcere sono sconfitta Stato

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NOV 30, 2016 -

Roma, 30 nov. (askanews) – “L’istituzione carceraria rappresenta per lo Stato una necessità non derogabile, ma alcune volte anche una sconfitta”. In questo ultimo caso “diventa anche una sconfitta quando a varcare le porte del carcere è un giovane proveniente da un contesto sociale difficile e segnato da una forte presenza di criminalità. È una sconfitta, perché segnala la carenza del sistema educativo e della vicinanza dello Stato”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel videomessaggio trasmesso in occasione della proiezione in anteprima nel carcere di Poggioreale a Napoli di “Robinù”, il film documentario di Michele Santoro.

Il carcere, ha rilevato il capo dello Stato, è “un luogo di privazione della libertà e, quindi, di disagio, di sofferenza”.

E’ però “una necessità, perché un comportamento gravemente contrario alla legge, che provoca danni e dolore ad altre persone, deve essere necessariamente sanzionato”. Il carcere comunque, ha sottolineato Mattarella, “non è – e non deve mai essere – il luogo in cui viene negata la speranza”.

Per Mattarella “a nessuno, tanto meno ai giovani, deve essere tolta la possibilità di riabilitarsi, lasciando i sentieri dell’odio e della violenza che non portano felicità, ma producono e moltiplicano solo paura e sofferenza. Ragazzi, anche nella cella di un carcere, nella privazione della libertà, nella lontananza dagli affetti familiari, le istituzioni devono esservi accanto”.

La rieducazione, che la nostra Costituzione prescrive, “non è un percorso facile – ha ha affermato il presidente – serve anche il vostro impegno, la vostra tenacia, la forza di resistere. Ma è l’unico percorso che possa garantire davvero, a voi e ai vostri cari, un futuro di serenità, di dignità, di appagamento. Lo Stato, come sta cercando di fare, deve impegnarsi per la sua parte: moltiplicando le occasioni per la formazione, per il reinserimento sociale, sviluppando un sistema di pene alternative. Servono anche, come è naturale, l’attenzione e la partecipazione della società civile, degli intellettuali, degli artisti, dei mezzi di comunicazione. Perché chi esce dal carcere non sia un isolato – ha detto Mattarella – ma torni a sentirsi a pieno titolo cittadino e membro della nostra comunità nazionale.

Cambiare vita è possibile, ed è l’unica strada positiva. Io sarò attento alla vostra condizione”.