La storia di Berlusconi che piangeva al telefono con Hillary Clinton

"Io sono un amico dell'America e tu..."

OTT 16, 2016 -

Roma, 16 ott. (askanews) – Non lo menziona mai esplicitamente, ma tutto lascia pensare che Hillary Clinton si riferisse a Silvio Berlusconi quando raccontò di aver sentito “uomini adulti piangere” durante il suo ‘tour diplomatico’ per portare le scuse degli Stati Uniti dopo la diffusione dei cablogrammi di Wikileaks.

L’allusione al Cavaliere emerge proprio dalla diffusione delle ultime e-mail da parte dell’organizzazione fondata da Julian Assange. Per la precisione alla trascrizione relativa a un intervento che Hillary Clinton, oggi candidata democratica alle elezioni presidenziali americane, fece alla Goldman Sachs alla presenza dell’amministratore delegato Lloyd Blankfein, che di fatto la intervistava. Una delle numerose uscite pubbliche dopo la conclusione del mandato da segretario di Stato nelle grandi banche ma delle quali Hillary non ha mai voluto diffondere i contenuti, un punto su cui Donald Trump – il suo rivale repubblicano alla Casa Bianca – l’ha più volte stuzzicata.

Come precisato da diversi media internazionali, tra cui buzzfeed, l’intervento ‘incriminato’ – quello su Berlusconi – avvenne il 29 ottobre 2013 in Arizona: la trascrizione del discorso era contenuta in uno dei messaggi di posta elettronica sottratti al capo della campagna di Hillary, John Podesta, che Wikileaks ha da qualche giorno resi pubblici.

“Okay. Ero segretario di Stato quando Wikileaks accadde”, spiega Clinton rivolgendosi alla platea di Goldman Sachs, “Ricorderete l’intera debacle. Emergono centinaia di migliaia di documenti. E io devo andare a fare il giro delle scuse. Avevo una giacca come se si trattasse del tour di una rockstar. Il Tour di scuse della Clinton. Dovetti andare a scusarmi con chiunque fosse stato in qualche modo descritto nei cablogrammi in qualunque maniera fosse considerata meno che lusinghiera. E fu doloroso. Leader che resteranno anonimi, che erano caratterizzati come vanitosi, egotisti e affamati di potere…”.

“Dimostrato”, sottolinea il ceo Blankfein. “… Corrotti”, replica Clinton, “Sapevamo che lo erano. Questa non era una fiction. E io dovevo andare a dire: sai, i nostri ambasciatori, certe volte si lasciano trasportare, aspirano tutti a essere dei letterati. Partono per la tangente. Che posso dire. Ho sentito uomini adulti piangere. Letteralmente, voglio dire. ‘Io sono un amico dell’America e tu dici quelle cose di me”. A quanto emerge dalla trascrizione, Hillary Clinton pronunciò quest’ultima frase con un’inflessione italiana, almeno a giudicare dalla reazione di Blankfein. “Questo è un accento italiano”, le fa notare l’amministratore delegato. Che alla richiesta di avere “senso dell’umorismo”, reagisce: “E quindi tu hai detto, Silvio…”.

Scatenando le risate delle altre persone presenti all’intervento.

Nei cablogrammi diffusi da WikiLeaks, Berlusconi veniva descritto come “inetto, vanitoso e non efficace come leader moderno”. Le relazioni della diplomazia americana evidenziavano inoltre la sua “passione per divertirsi in modo pesante” e ipotizzavano che stesse “ottenendo grandi guadagni personali” dai suoi rapporti con il leader russo Vladimir Putin.

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