Pronta la mini-riforma D’Alema-Quagliariello in caso vittoria no

Riduzione parlamentari, camera conciliazione, elezione diretta. Nella platea bipartisan anche Fini Dini Rodotà

OTT 12, 2016 -

Roma, 12 ott. (askanews) – Una proposta alternativa a quella “Renzi-Boschi”, una mini-riforma da attuare nello scorcio di legislatura che rimane per preparare il terreno a un lavoro “condiviso” da riprendere dopo le elezioni: Massimo D’Alema e Gaetano Quagliariello presentano la loro ipotesi di modifica della Costituzione da attuare al posto di quella del Governo in caso di vittoria del no al referendum. Tre punti, “che si possono approvare in cinque mesi”: la riduzione dei parlamentari a 600 in tutto, 400 deputato e 200 senatori; la creazione di una camera di conciliazione per risolvere eventuali stalli dovuti al bicameralismo; la fissazione in Costituzione del principio che affida agli elettori la scelta dei parlamentari “per chiudere definitivamente la stagione dei nominati”.

Un’ iniziativa che raccoglie una platea di sostenitori molto trasversale, come tiene a sottolineare lo stesso D’Alema: “Questo non è uno schieramento politico, a differenza del Partito della nazione che sostiene il sì”. L’obiettivo, dichiarato, è smentire che in caso di vittoria del no “il treno delle riforme non passerà per altri 40 anni… Dimostriamo che i treni circolano”, aggiunge D’Alema.

In sala, tra gli altri, ci sono Lamberto Dini, Paolo Cirino Pomicino, Stefano Rodotà, Cesare Salvi, Pippo Civati, Lorenzo Cesa, Massimiliano Fedriga, Maurizio Gasparri, Antonio Ingroia, Davide Zoggia, Gianfranco Fini, Bobo Craxi.