Napolitano: basta guerra sul referendum. E l’Italicum va cambiato

Governo definisca atteggiamento su legge elettorale a prescindere da Consulta

SET 10, 2016 -

Roma, 10 set. (askanews) – “Con quello che succede nel mondo e quello che ha sulle spalle l’Italia, è davvero surreale l’infuriare di una guerra sul referendum costituzionale”. Lo ha affermato l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “Credo si comprenda che mettere (alla cieca) a rischio la continuità e l’azione del governo – aggiunge – oggi esponga il Paese a serie incognite in termini di convulsione politica e istituzionale”.

“E’ noto – prosegue Napolitano – che io non ho condiviso la iniziale politicizzazione e personalizzazione del referendum da parte del Presidente del Consiglio, ma specie all’indomani del sia pur lento sforzo di correzione di questo approccio da parte di Renzi, nulla può giustificare la virulenza di una personalizzazione alla rovescia operata dalle più diverse opposizioni facendo del referendum il terreno di un attacco radicale a chi guida il Pd e il governo del Paese”.

L’ex capo dello Stato sottolinea poi: “La riforma non è né di Renzi né di Napolitano, ma è quella su cui la maggioranza del Parlamento ha trovato l’intesa. E importanti sono le novità che contiene, nelle quali perciò mi riconosco in coerenza con le tesi da me a lungo sostenute”. Ma il presidente emerito parla anche della legge elettorale. “Non ho mai creduto – osserva – alla formula del ‘combinato disposto’, all’effetto perverso congiunto che scatterebbe tra la riforma costituzionale e l’Italicum”, “di contrappesi vecchi e anche nuovi ce ne sono di assai corposi. Non vedo alcun pericolo autoritario, cosa che riconoscono anche molti esponenti del No, ma a mio avviso è in tutt’altro senso che c’è da riflettere sull’Italicum. Perché rispetto a due anni fa lo scenario politico risulta mutato in Italia come in Europa. Ci sono nuovi partiti, alcuni dei quali in forte ascesa che hanno rotto il gioco di governo tra due schieramenti, con il rischio che vada al ballottaggio previsto dall’Italicum e vinca chi al primo turno ha ricevuto una base troppo scarsa di legittimazione col voto popolare. Si rischia di consegnare il 54% dei seggi a chi al primo turno ha preso molto meno del 40% dei voti. Ritengo che questi e altri aspetti dell’Italicum meritino di essere riconsiderati”.

“Credo che il governo – spiega ancora – debba definire il suo atteggiamento indipendentemente dall’attesa del pronunciamento della Consulta. Non basta però rendere ossequio al ruolo del Parlamento dichiarando di essere disposti a tenere conto degli orientamenti che esso esprimerà. Dovrebbe essere interesse di Renzi promuovere una ricognizione tra le forze parlamentari per capire quale possa essere il terreno di incontro per apportare modifiche alla legge elettorale. C’è in questo momento una sola iniziativa sul tappeto, è di esponenti di minoranza del Pd tra i quali Speranza ed è una proposta degna di essere considerata, insieme ad eventuali altre”.