Radicali a congresso: primo senza Pannella, tra eredità e veleni

Scontro interno anche su location a Rebibbia

AGO 30, 2016 -

Roma, 30 ago. (askanews) – E’ il primo congresso dei Radicali senza Marco Pannella, ma il luogo scelto per celebrarlo, nei giorni 1-2-3 settembre, non poteva essere più rappresentativo delle lotte del fondatore e per sessant’anni animatore del partito: il carcere romano di Rebibbia. E’ lì, nell’istituto penitenziario di via Raffaele Majetti 75 a Roma, che si terrà il 40° Congresso straordinario del Partito Radicale sul tema “da Ventotene a Rebibbia” (parteciperà, da iscritto, anche l’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro).

Congresso straordinario, spiega il tesoriere del partito, Maurizio Turco, “perché per la prima volta è convocato da un terzo degli iscritti da almeno sei mesi al partito come previsto dallo Statuto”. Ma alle parole del tesoriere e del gruppo dirigente attuale, quello che va in primis da Rita Bernardini a Laura Arconti e Aurelio Candido, si oppongono quelle dei ‘giovani’ che con il segretario dei Radicali italiani, Riccardo Magi, accusano i promotori dell'”autoconvocazione, di avere escluso di fatto dalla preparazione politica precongressuale i soggetti costituenti”.

Divisioni anche sulla location del congresso. Che solo per i primi giorni, secondo il gruppo che si riunisce attorno a Magi, Marco Cappato e Valerio Federico, doveva essere il carcere per poi “aprirsi”, in un luogo più accessibile a tutti, al “chiunque” di pannelliana memoria. Secondo Manuela Zambrano, presidente del comitato nazionale, nella scelta della location emerge “la pluridichiarata convinzione di un gruppo di compagni di rappresentare l’unico possibile futuro radicale” e “la evidente esclusione dalla fase organizzativa di più della metà dei soggetti costituenti il partito e di compagni e compagne autorevoli a partire da Emma Bonino”. Un “congresso privato di parte della politica radicale” lo bollano in un “non-paradossale” appello alla partecipazione Riccardo Magi e Valerio Federico per Radicali italiani, Yuri Guaiana e Leonardo Monaco per Certi Diritti, Filomena Gallo e Marco Cappato per l’Associazione Luca Coscioni. Che concludono: “Non si tratta, per quanto ci riguarda, di cercare i numeri per “vincere” un congresso o realizzare scissioni. E’ anzi paradossale come sia proprio il tesoriere Maurizio Turco ad abusare di tale ruolo per invocare lo “scisma” e la “scissione” accusando altri di voler “monetizzare” la storia radicale”.

Le divisioni nella galassia radicale non sono una novità di questi ultimi tempi ma la scomparsa, poco più di tre mesi fa, del leader carismatico ha ulteriormente sottolineato due modi diversi di concepire l’essere e l’agire Radicale. Del resto al congresso del novembre di un anno fa lo stesso Pannella uscì sconfitto: Rita Bernardini fu battuta per la guida della segreteria da Riccardo Magi capofila della nuova generazione e, allo stesso tempo, vicino alla vecchia guardia incarnata da Emma Bonino.

Poi le differenze di visioni e scelte si sono viste sul campo. Un esempio per tutti: un paio di giorni dopo la candidatura di Marco Cappato a sindaco di Milano un comunicato firmato da Bernardini, Turco, ma anche Marco Beltrandi, Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparutti, ha bollato come “incomprensibile” questa scelta. Nel mirino anche Emma Bonino. Prima le affermazioni di Rita Bernardini (“Non si è più fatta sentire con Marco, ora che è morto soffrirà”), poi lo stesso Turco che ha rivelato: “Lui la chiamava e lei lasciava squillare, le mandava messaggi e non rispondeva”.

In mezzo a tutto questo la difficile eredità non solo politica ma anche materiale di Marco Pannella. Agli atti una ultima donazione personale di 100 mila euro ma anche un debito pregresso nelle casse del partito di un milione di euro. L’eredità di Pannella? “Marco – ha puntualizzato Turco – non aveva più niente. Si è venduto tutto per il partito, per finanziare la politica. Nella cassa del partito c’è un milione di euro, in debiti. Non c’è una guerra attorno alle spoglie di Pannella, c’è un dissesto manifesto”.

L’assemblea inizierà alle ore 14 di giovedì 1 settembre e proseguirà venerdì e sabato a partire dalle ore 9.30 per concludersi nel pomeriggio del 3 settembre. Hanno confermato la loro presenza e prenderanno la parola giovedì in apertura dei lavori il ministro della Giustizia, Andrea Orlando; il direttore del Dap, Santi Consolo, e il direttore del penitenziario Rebibbia di Roma, Mauro Mariani.

I registrati per partecipare al congresso sono 585, di questi, ad oggi – come si legge in una nota del partito -, 64 non risultano aver avuto rapporti con il Partito; 266 sono iscritti del 2016 (di cui 34 si sono iscritti per la prima volta); 123 sono stati iscritti almeno 1 volta dal 1974, 132 non sono mai stati iscritti.

Cosa accadrà con questo congresso? Difficile dirlo. Anche se una recente dichiarazione di Emma Bonino suona profetica: “Le idee di Pannella sono forti e attuali, perciò la dispersione potrebbe anche trasformarsi in un fatto positivo, cioè in una contaminazione. In fondo, è sempre stato un po così. Noi radicali abbiamo in più la responsabilità di portare avanti un modello di soggetto politico anti ideologico, senza espulsioni, su obiettivi. Se siamo il più antico partito italiano, pur rischiando di morire ogni giorno, ci sarà un motivo”.