Referendum, Speranza (Pd): senza modifiche a Italicum voteremo no

"Dopo Renzi non ci sarà il diluvio. Lavoro per alternativa"

AGO 6, 2016 -

Roma, 6 ago. (askanews) – “Se stasera entrassi in una macchina del tempo, e ne uscissi nel giorno in cui si vota il referendum, e se tutto fosse ancora come oggi, non sarei in condizione di votare sì. E lo sa perché? Considero l’Italicum e la riforma costituzionale inscindibili, un’unica grande revisione dell’architettura istituzionale. Per questo, senza una vera svolta sulla legge elettorale, il giudizio complessivo finirebbe per essere negativo. E quindi non potrei votare sì”. Lo afferma Roberto Speranza, leader della minoranza Pd, in una intervista a “La Repubblica”. Oggi il quotidiano anticipa il via libera della Cassazione al referendum, decisione che dovrebbe essere ufficializzata lunedì prossimo.

“Il problema, le ripeto – aggiunge Speranza – è l’equilibrio complessivo del sistema. Per questo la legge elettorale va modificata. Il nostro Mattarellum 2.0 evita un Parlamento di nominati e limita il premio di maggioranza. Purtroppo, al di là di qualche mossa tattica sui tempi, non c’è stata alcuna vera risposta”. Speranza chiede quindi una “iniziativa politica e parlamentare”, spiegando che ci sono i tempi prima del referendum: “Il problema è che non bastano ammiccamenti o segnali di fumo: è l’ora delle risposte politiche. Ricordo pure che manca una legge elettorale per il Senato che recepisca l’impegno assunto con noi da Renzi”.

E se al referendum vincerà il “no”, per il deputato Dem non ci sarà un “burrone”. Renzi, spiega, “in una prima fase ha personalizzato molto il referendum, mentre adesso fa bene ad essere più prudente. La scelta d’autunno non sarà sul governo o sul partito, ma sulla Costituzione, e infatti ci dovrà essere libertà di coscienza. In ogni caso, immaginare che dopo Renzi ci sia il burrone è sbagliato. Dopo di lui non c’è il diluvio”. Del resto, rileva, “in un grande partito come il nostro, in un Paese democratico, ci sono tante personalità: il premier è la più importante, ma un partito e un Paese va avanti a prescindere dalle questioni personali. Io lavoro nel Pd per costruire un’alternativa a Renzi. Anche perché non siamo un partito personale e il nostro destino non è legato a un solo individuo”.

Speranza, infine, torna a chiedere un cambiamento dopo il risultato non positivo delle amministrative: “Abbiamo tentato – dice – di nascondere la sconfitta. Nessuno che si è assunto le proprie responsabilità, nessuno che si è dimesso” per una sconfitta causata dalla “rottura tra il Pd e il Paese reale. Colpa di una narrazione di un Paese uscito dalla crisi, mentre i cittadini si sentono pienamente dentro questa crisi”.