Senato dice sì ad arresto Caridi. Senatore a Rebibbia

Tensioni per accelerazione Grasso. Blundo (M5S) attacca Zanda

AGO 4, 2016 -

Roma, 4 ago. (askanews) – L’aula del Senato ha detto sì alla richiesta di arresto per il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi che, nel pomeriggio, si è consegnato al carcere di Rebibbia accompagnato dal suo legale. I magistrati della Dda di Reggio Calabria accusano il senatore di essere al vertice della cupola segreta della ‘Ndrangheta. La richiesta di arresto è stata accolta ieri dalla giunta per le immunità e oggi dall’aula di Palazzo Madama (con 154 sì, 110 no e 12 astenuti).

Come chiesto dai senatori di Gal il voto in aula è stato a scrutinio segreto, nonostante il Pd che ha votato a favore dell’arresto (“chi sperava in imboscate, è rimasto deluso” hanno asserito i senatori dem), insieme al Movimento cinque stelle, alla Lega e a Sel, avesse chiesto il voto palese. Caridi in aula si è difeso a spada tratta: “Sono innocente”, “mai ho avuto rapporti né ho stretto patti – ha detto – con il crimine organizzato, mai ho fatto parte di logge segrete, non ho mai svenduto il mio ruolo. Non c’è un fatto che dimostri l’infamante accusa che mi viene rivolta”. A rinvendicare il “risultato” del sì all’arresto “grazie alle nostre pressioni” il Movimento cinque stelle.

La giornata in Senato è stata molto tesa a cominciare dalla scelta del presidente Pietro Grasso di invertire l’ordine del giorno affrontando subito il caso Caridi che sembrava destinato alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva. Nel centrodestra la decisione ha alimentato il sospetto di pressioni del Movimento cinque stelle. Duro lo scontro in aula tra il senatore socialista Lucio Barani che, appunto, ha accusato Grasso di aver subito “pressioni da chissà chi” e lo stesso Grasso. “Non le permetto – ha ribattuto Grasso – di avanzare ipotesi di pressioni…”.

Il presidente è stato comunque irremovibile e la sua decisione ha suscitato polemiche anche in Area Popolare che poi ha deciso di votare contro la richiesta di arresto di Caridi “perchè – ha osservato Gabriele Albertini – non siamo passacarte della procura”. Ma anche il Pd si è trovato in imbarazzo, con il capogruppo Luigi Zanda che ha dichiarato di non essere stato per nulla informato della cosa”.

Infine, lite e scuse con strascico polemico tra Movimento cinque stelle e Pd. Protagonista dell’attacco ai dem la senatrice cinquestelle Enza Blundo autrice del tweet: “Abbiamo votato per consegnare il senatore Caridi alla magistratura, in attesa di consegnare tutti gli altri corrotti a partire da Zanda”. Poi è stata la stessa senatrice a chiedere di intervenire in aula per scusarsi con il capogruppo del Pd spiegando di non volersi riferire “assolutamente” a lui e cancellando il tweet incriminato. Ma era già scattata la reazione compatta dei dem a cominciare dal capogruppo alla Camera Ettore Rosato: “Una vergogna. #Zanda una persona onesta che ha sempre rispettato avversari. Lei un’ignorante, pro tempore senatrice”.