Grasso inverte odg Senato, prima arresto Caridi. Scoppia polemica

Barani attacca presidente: ha subito pressioni. Replica: non glielo permetto

AGO 4, 2016 -

Roma, 4 ago. (askanews) – Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha disposto l’inversione dell’ordine dei lavori in aula stabilendo di passare subito al voto sulla richiesta di arresto nei confronti del senatore di Gal, Stefano Antonio Caridi. Richiesta avanzata dalla procura di Reggio Calabria, sulla quale si è espressa a favore ieri la giunta di palazzo Madama.

Subito è scoppiata la polemica in aula al Senato. Dal centrodestra si sono levate più voci per chiedere di mantenere il calendario deciso dalla capigruppo. Con toni anche alquanto accesi, come nel caso del socialista Lucio Barani che ha accusato il presidente di “intaccare la democrazia” e di aver subito “pressioni chissà da chi”. Immediata la replica di Grasso: “Non le permetto di rivolgermi queste accuse”, ha detto confermando la sua linea.

A chiedere tempo era stato inizialmente il presidente del gruppo a cui aderisce Caridi, Mario Ferrara di Gal, che aveva chiesto a Grasso anche di “sottoporre come da prassi la sua decisione all’aula in modo da renderla condivisa e più forte”. Contraria all’inversione dell’odg anche la capogruppo di Area popolare, Laura Bianconi. Come il collega dei Conservatori e riformisti, Luigi Compagna, che ha definito “offensiva verso la figura di garanzia della presidenza del Senato” la decisione di Grasso. Il capogruppo di Fi Paolo Romani aveva chiesto la convocazione della capigruppo per affrontare la modifica del calendario decisa da Grasso. “Non è una modifica del calendario, ma solo l’inversione degli argomenti all’ordine del giorno che è stato già deliberato dalla capigruppo”, ha ribattuto il presidente, respingendo la richiesta e rimanendo fermo quindi sulla sua decisione.

Si è limitato a “prendere atto di una decisione del presidente, appresa in aula”, il capogruppo Pd Luigi Zanda. “L’aula – ha detto – ha lavorato molto intensamente anche fuori dagli orari abituali, con molta responsabilità, non c’è stato mai da parte di nessuno, nemmeno delle opposizioni, un momento di ostruzionismo e per questa ragione avevo suggerito di non modificare l’ordine del giorno. Ci sono momenti nella vita del Parlamento in cui è chiamato a scelte molto difficili, questo è uno di quei momenti. Sono certo che l’aula continuerà a esprimersi secondo coscienza, secondo diritto e senso dello Stato anche nelle decisioni che siamo chiamati a discutere ora”.