Giarrusso chiede al Senato scudo immunità, Pd: doppia morale M5s

All'esame della Giunta la richiesta del senatore querelato per diffamazione da una deputata dem

LUG 6, 2016 -

Roma, 6 lug. (askanews) – Il Pd all’attacco a testa bassa del senatore M5S Michele Giarrusso, che ha chiesto alla giunta per le autorizzazioni del Senato di voler usufruire dell’art. 68 della Costituzione, quello che stabilisce che “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. Giarrusso intende chiedere l’applicazione di questa regola costituzionale per non finire sotto processo a Enna, dove è stato denunciato per diffamazione dalla deputata Pd Maria Greco, che di fatto viene accusata proprio dal senatore di contiguità con ambienti mafiosi.

Gli attacchi del Pd contro il senatore grillino sottolineano come, secondo il partito del Nazareno, anche il Movimento 5 Stelle voglia utilizzare quelli che ha sempre definito (e criticato) “privilegi” della “casta”.

“Per non finire sotto processo – ha detto Ettore Rosato, presidente dei deputati del Pd – il senatore Giarrusso chiederà l’immunità parlamentare. Aveva accusato la deputata Pd Maria Greco di “contiguità con ambienti mafiosi”. Accusa falsa da cui voleva difendersi in tribunale, avendolo denunciato per diffamazione”. Ma, ha aggiunto Rosato, “non potrà farlo perché questa sera il senatore Giarrusso chiederà al Senato lo scudo dell’articolo 68 della Costituzione. Alla faccia dei proclami di Di Maio che fino a qualche giorno dichiarava che mai e poi mai i parlamentari 5 stelle avrebbero fatto ricorso a immunità e insidacabilità. Questa è la nuova casta grillina: fino a ieri l’immunità parlamentare era un privilegio da cancellare, oggi cade pure questo tabù. Una metamorfosi stellare”.

Per Emanuele Fiano i grillini “prima lanciano accuse tremende, poco importa se vere o false, affinchè la cosa resti nella testa delle persone, poi sfuggono alle proprie responsabilità, separandosi dai cittadini normali. I 5 stelle sono peggio della Casta. Di giorno criticano il cosiddetto sistema ma di notte ci sguazzano alla grande”.

Secca la vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, su Twitter: “”In campagna elettorale Di Maio categorico: non useremo mai l’immunità. Finita la propaganda ecco la #coerenza5stelle”.

Agire così, ha detto David ermini, responsabile giustizia del Pd, è “troppo facile. Prima si fanno i proclami per dire che i 5stelle sono diversi e poi ci si comporta in modo opposto.Proprio come la casta”. Per Ermini “si insinua, si accusa e poi si scappa. Questi sono i metodi nuovi? Sono vecchi…terribilmente vecchi. Chiedere coerenza ai 5 stelle è complicato ma almeno evitino queste figuracce”.

Dal canto suo l’esponete M5S Luigi Di Maio ha liquidato la vicenda con un: “Non conosco i dettagli”.

In mattinata è intervenuto lo stesso Giarrusso che sul blog ha spiegato il suo punto di vista. Rifarsi all’insindacabilità delle opinioni espresse dai parlamentari nell’esercizio delle loro funzioni, come prevede l’art. 68, “non è un privilegio” ma rappresenta la possibilità di poter “denunciare il malaffare, la corruzione e la mafia”. Perché poi è questo il motivo per cui “voi ci avete mandato in Parlamento”.

Dalla lettura dell’imputazione di diffamazione emerge, ha spiegato Giarrusso, che l’espressione “esibire in maniera plateale comportamenti e soggetti denotanti contiguità con gli ambienti mafiosi” era volta a denunciare la possibilità che “soggetti che abbiano intrattenuto rapporti con la criminalità organizzata potessero essere interessati” alla campagna elettorale locale in Sicilia, “addirittura presenziando in pubblico accanto ad esponenti politici”. Per Giarrusso quindi “non si tratta di un privilegio, ma della tutela della libertà di portavoce dei cittadini di poter chiamare le cose col proprio nome senza dover subire tentativi di censura a mezzo denunce e cause di risarcimento. Voi – ha detto rivolto agli attivisti M5S – ci avete mandato in parlamento per denunciare il malaffare, la corruzione e la mafia. E noi questo facciamo, malgrado le intimidazioni, gli attacchi e le minacce del PD. La insindacabilità quindi, mira a tutelare questa possibilità e cioè l’attività di denuncia”.