Lega, dopo Brexit mandato “pieno e totale” per Salvini

Domani a Parma "un Cantiere per il nuovo corso centrodestra"

GIU 24, 2016 -

Milano, 24 giu. (askanews) – “Mandato pieno e totale” a Matteo Salvini per guidare la Lega. E’ questo l’esito ufficiale – messo nero su bianco in una nota di Via Bellerio – della riunione del Consiglio federale del Carroccio, che si è dato appuntamento oggi per analizzare il contrastato risultato delle elezioni comunali, con la Lega sconfitta nei grandi comuni ma che passa da 60 a 99 centri amministrati e la vittoria dei sì al referendum nel Regno Unito per l’uscita dall’Unione europea. Una formula, quella del “mandato pieno e totale” affidato al numero 1, apparentemente quasi pleonastica, ma che è già stata usata in passato e che si spiega, nel linguaggio interno della Lega, come un modo per riaffermare che le redini del movimento le ha saldamente in mano Matteo Salvini. Una precisazione “ovvia” che si è resa necessaria soprattutto per un uso interno: troncare sul nascere qualche malumore che si è manifestato dopo la sconfitta elettorale nella ex roccaforte di Varese, dopo alcune interviste critiche nei confronti della leadership di Salvini rilasciate nei giorni scorsi da Bossi e da esponenti bossiani.

Se il “leave” britannico alla Ue apre nuove prospettive politiche per la Lega, quella che si evidenzia ora, ha detto oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è “una fase molto interessante, perché si riparte quasi da capo per il centrodestra, dopo la sconfitta a Milano, e si riparte da capo per l’Europa”. Ed è di questo che si parlerà al “Cantiere”, l’incontro organizzato dalla Lega domani a Parma, “in cui i politici ascolteranno e una dozzina di imprenditori ed economisti spiegheranno il centrodestra e l’Italia che hanno in mente. Da Ettore Gotti Tedeschi a Massimo Gandolfini fino a Stefano Cordero di Montezemolo”, ha spiegato Salvini. Ci sarà Giorgia Meloni dei Fratelli d’Italia ed esponenti di primo piano di Forza Italia.

“Per il centrodestra domani a Parma sarà l’inizio del nuovo corso. Si parlerà di programmi, non di alleanze di accordi o cose del genere – ha spiegato Maroni -. Parleranno esperti esterni alla Lega, per un invito a tutto il centrodestra sulle proposte.È il Cantiere, il luogo dove si costruisce. È l’inizio di un percorso che auspicabilmente deve portare a ricompattare il centrodestra su un programma concreto che sia competitivo con il “Rexit”, come l’ha definito Salvini, il Renzi-exit”. Un’apertura al mondo non leghista che ricorda agli Stati generali del Nord, voluti da Maroni nel 2012 a Torino, a cui parteciparono, tra gli altri, Giorgio Squinzi, Raffaele Bonanni, Corrado Passera.

In mancanza di indicazioni chiare dall’ex alleato Berlusconi, ora convalescente, l’appuntamento di Parma sembra rispondere però più alla necessità di tornare a parlare di contenuti, – esigenza espressa da alcuni esponenti dopo il calo di attenzione rilevato nei confronti dei piccoli e medi imprenditori lombardi – che a sperimentare un laboratorio politico per un futuro centrodestra.Archiviata la speranza di elezioni anticipate, i riflettori leghisti sono puntati sul referendum sulla riforma. “Finché non apre a una successione, a un cambiamento – ha spiegato una fonte interna – procediamo con il freno a mano tirato: Berlusconi. Ora non abbiamo un campo libero da coltivare. Basta notare che le sconfitte sono quasi tutte legate a Forza Italia”.

Riguardo la Brexit, la Lega lascia aperta la possibilità di salvare “l’Europa” in quanto tale, ma “non questa Ue”. E rimane in attesa anche di capire che cosa faranno gli altri Stati. Dopo aver criticato anche molto pesantemente le politiche Ue, oggi ha festeggiato la decisione britannica di uscire dall’Unione ma non ha voluto affondare il colpo. “Questa è l’ultima chiamata – ha affermato Salvini -. Noi siamo costruttivi. A me piacerebbe che i miei figli crescessero in Europa. Ma la Ue è la negazione dell’Europa. Qui non c’è in ballo l’Europa ma l’Unione europea, che è la camicia di forza dell’Europa”. Parole tutt’altro che lepeniste anche da Maroni, che a chi gli ha chiesto che cosa si intende in Lega quando si dice ‘siamo costruttivi’, ha replicato: “Non siamo anti europeisti, siamo neoeuropeisti o euroscettici, perché riteniamo che vadano cambiate le regole”. “Non ci piace – ha spiegato – un’Europa che punta solo a penalizzarti e ti dice che cosa non puoi fare e considera la parola “aiuto” come cosa negativa”, che vieta gli “aiuti di Stato”, che “punta solo al pareggio di bilancio e non sulla crescita”. “L’Europa vuole autodistruggersi o vuole continuare? Noi siamo disponibili a discutere”.

Quindi, nessuna pietra tombale sull’Unione europea. Almeno per ora. Ma i britannici hanno offerto con il loro voto “l’ultima chance all’Europa di cambiare e di essere qualcosa per cui valga la pena stare assieme”. Salvini ha parlato del voto britannico come di un esercizio “di democrazia” e ha auspicato che anche in Italia si possa votare sull’argomento perché la Costituzione vieta di esprimersi sui trattati internazionali: “Andremo fuori dal Parlamento per raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare per permettere anche agli italiani di votare”, ha detto. “O l’Europa si ferma, prende in mano i Trattati, li cambia e li riscrive, oppure ogni popolo va sulla sua strada. Dopo gli inglesi ci saranno gli olandesi, poi i francesi… l’importante è che gli italiani non siano gli ultimi ad abbandonare la barca”.