Brexit, euroscettici italiani in coro: anche noi referendum

Superare il divieto dell'art. 75 della Costituzione

GIU 24, 2016 -

Roma, 24 giu. (askanews) – Gli euroscettici d’Europa esultano, considerano una loro vittoria il risultato del referendum sull’Ue in Gran Bretagna che ha sancito l’uscita di Londra dall’Unione europea. Si invocano nuovi referendum per arrivare alla ‘Frexit’ e alla ‘Nexit’, all’uscita dall’Unione di Francia e Olanda. Ed è su questa linea che si muovono in casa nostra i movimenti euroscettici. Pur con declinazioni diverse – dall’aggressività della Lega Nord e di FdI alla posizione all’apparenza più cauta del Movimento 5 Stelle – il fronte anti-Ue chiede una sola cosa: permettere agli italiani di poter svolgere quel referendum, vietato dalla Costituzione, che – ne sono certi i teorici promotori – dovrà sancire l’uscita dell’Italia dall’Europa comunitaria.

Una consultazione vietata dalla Costituzione (che all’art. 75 recita che “non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”) ma che per esempio la Lega Nord cerca di far entrare dalla finestra. Il Carroccio ha infatti annunciato di voler raccogliere le firme per un referendum per la modifica dell’art.75 dando la possibilità agli italiani di votare ciò che è stato votato ieri in Gran Bretagna.

L’effetto domino che potrebbe aversi dopo la consultazione-shock di Londra viene cavalcato in particolare da Fratelli d’Italia, Lega Nord e Movimento 5 Stelle, partiti da sempre critici con Bruxelles e con la sua gestione delle ‘cose’ comunitarie, a partire dal sistema finanziario e dal sistema bancario. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha chiesto innanzitutto “le dimissioni immediate di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea e con lui di tutta la Commissione europea” e poi “la nomina di una nuova Commissione che gestisca la chiusura della attuale Ue e la costituzione di una nuova Unione”. Il vero problema per Meloni è che le istituzioni europee “sono distanti anni luce dai problemi della gente”. A questo punto, ha aggiunto lanciando di fatto la proposta referendaria, “vogliamo che in Europa torni la democrazia, che su questi temi siano sempre i popoli a scegliere e che le istituzioni europee vengano restituite alla gente e tolte dalla proprietà dei comitati d’affari”.

Dal canto suo Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha sottolineato che “ora tocca a noi”. Dopo il voto britannico “a maggior ragione a ottobre voterò No al referendum sulla pessima riforma di Renzi, che continua a impedire agli italiani di esprimersi su ogni scelta che arriva da Bruxelles”. Da Londra, sono state ancora le parole di Salvini, “arriva uno schiaffone ai Napolitano, ai Monti, ai Renzi, per i quali l’Europa è roba nostra e gli italiani non si devono pronunciare”. Salvini, auspicando che “l’Italia non sia l’ultima a scendere da questa nave che affonda”, ha annunciato la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che permetta agli italiani di esprimersi sui trattati europei sul modello del referendum inglese sulla Brexit. “Ho invidia per il fatto che gli inglesi possano votare. Cosa che agli italiani è impedito”. Alla Camera più di una volta è stato bocciato “il nostro emendamento alle riforme che permetteva agli italiani di poter votare anche su trattati europei”. Ora, ha sottolineato Salvini, “noi riproveremo fuori da Parlamento a raccogliere le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che permetta agli italiani di votare”.

Beppe Grillo, pur senza avanzare richieste esplicite di referendum, ha sottolineato l’importanza di questo strumento di consultazione popolare. Il leader di M5S ha raccontato che “il Regno Unito è fuori dall’Unione Europea e Cameron si è dimesso.Lo hanno deciso i cittadini britannici con il referendum. E’ – ha sottolineato – la strada più cara al Movimento 5 Stelle, quella di chiedere ai cittadini un parere sugli argomenti decisivi per i popoli. Nessun governo deve aver paura delle espressioni democratiche del proprio popolo, anzi deve considerare il suo volere come il più autorevole dei mandati”. Il M5s, ha ricordato Grillo, “ha sempre creduto che a dover decidere sulle questioni decisive debba essere il popolo, infatti abbiamo raccolto le firme per il referendum sull’euro per far decidere gli italiani sulla sovranità monetaria”.

Fdv